lunedì 22 luglio 2013

Là, sui monti con... "Andavonich"

Ogni anno, a luglio, a casa di Orlando c'è un pezzo mancante. Lo mandiamo in prestito a Pinzolo, al ritiro nerazzurro: a malincuore, ma puntualmente l'Interista fa le valigie e se ne va' là dove batte il cuore. Intanto io, il Bruco e la Minuzza ce ne stiamo in città a "goderci" la calda estate milanese, i weekend solitari, l'asilo estivo e le serate senza respiro, mentre quasi tutti i bambini del mondo sono in vacanza coi nonni e quasi tutti i genitori del mondo si godono le loro settimane child-free.
(ma a noi che ci frega di certi lussi, siamo gente che gli piace vivere pericolosamente, e pure senza grammatica, qualche volta)

Comunque, per farla breve, ogni anno tentiamo di raggiungere il pater familias lassù tra i monti per il fine settimana, e ogni anno forze oscure fanno sì che ciò non accada (tra queste, la principale forza oscura è il fatto che io non guido e che Pinzolo è in culo ai lupi, ma proprio in senso letterale).
Abbiamo ritentato quest'anno. Avremmo dovuto andare lo scorso fine settimana, ma uno dei nostri accompagnatori si è fatto male la sera prima di partire (e se non sono forze oscure queste...), quindi niente. Eravamo quasi rassegnati.
Ma poi l'Interista ha invocato la forza (ancora più potente di quelle oscure) dell'allegra famiglia di Bauscia Cafè, che l'altro ieri si è presentata a casa di Orlando a prelevare coattamente me e il Bruco.

Ore 9.07, pronti alla partenza, valige caricate, vettovaglie e armi di resistenza al viaggio pure (leggi: patatine e chupa chups a volontà). Due macchine, un cane, un Bruco, cinque interisti.
E le forze oscure, naturalmente.
Driiiiin, driiiiiiin.
"Pronto, Interista? La nostra auto non parte"
"Certo, è ferma da giorni, dovevi metterla in moto ogni tanto"
"Ti passo il valente uomo qui alla guida"
"Ciao Interista, la batteria è defunta. Hai i cavi?"

Secondo voi potevamo avere i cavi? Certo che no.
Pochi minuti dopo, quattro donne di cui una incinta, spingevano l'auto nel vialetto di ghiaia, mentre l'unico maschio rideva sotto i baffi e le fotografava a tradimento da dietro il volante nel momento dello sforzo supremo.
E' partita al secondo tentativo.

Poi c'è stato il traffico infernale, le soste anti-vomito, i cartoni a singhiozzo sul telefono e i chupa chups: ma i nostri eroi ce l'hanno fatta, dopo quattro ore sono giunti a destinazione, e le forze oscure sono state definitivamente sconfitte.
E' stato breve, ma bello: il Bruco ha scorrazzato in giro per i verdi campi di Pinzolo, ha giocato coi cani, è salito sui pony, si è fatto bagnare dalle cascate, si è innamorato dei Bauscia, a tratti ha tentato pure di farsi adottare da loro, ha tracannato litri di "bevanda" (questa la capiranno in pochi ma tant'è), ma soprattutto è finalmente riuscito a incontrare il suo mito calcistico, Handanovich detto "Andavonich" o anche "Andandovich".
E come si nota dalla foto qui sotto, per qualche minuto, quando il gigante si è abbassato al suo metro e nove, il cuore del Bruco ha battuto più forte che mai.




(e ancora grazie infinite a chi lo ha reso possibile...)

ps: caro Interista, bella Pinzolo ma preferiremmo che tu tornassi a casa in tempi brevi. Puoi portare anche Andavonich. Grazie.


martedì 16 luglio 2013

Magliette e filosofia

Il guardaroba di un piccolo maschio è piuttosto monotono e si compone essenzialmente di pantaloni e magliette, di varie lunghezze, colori e tessuti, ma sempre di quella roba lì si tratta.
L'unico sfizio è poter collezionare t-shirt, e infatti il Bruco possiede l'intera serie dei supereroi, quelle dei cartoni animati preferiti, quelle dei gruppi rock più fichi con qualche incursione nel metal, e infine c'è tutta la parte cinefila, a cui pian piano lo stiamo introducendo.
L'altro giorno aveva indosso la maglietta di Star Wars, di cui conosce i principali personaggi e di cui ha visto a ripetizione la scena della battaglia tra Yoda e Darth Fener.

A casa della nonna, ieri, ore 20.10.

"Zio, hai visto la mia maglietta?"
"Bellissima"
"Ti dico i personaggi?"
"Sentiamo"
"Allora: Yoda, Darth Fener, Ciubecca, C3PO, C1P8..."
"Ma li sai davvero!"
"Sì. Ho anche visto la battaglia con le spade laser. Però alla fine vince Darth Fener"
"Ma sei sicuro che alla fine vince lui?"
"Eh sì, perchè lo sai, zio, alla fine i cattivi vincono sempre"
"Vabbè ma tu sei troppo avanti. Non ho più niente da insegnarti"

Questo è il tipo di conversazione a cui si può assistere invitando a cena il Bruco.
Astenersi ottimisti, maestri di vita e amanti dei cinepanettoni.

lunedì 8 luglio 2013

Saltare un precipizio

Dopo la nascita del Bruco, non è che me la passassi molto bene.
Vagavo per ore con questo infante indemoniato nel passeggino che dormiva solo col moto perpetuo e quando qualcuno mi fermava al grido di "che bello! E' il primo?", io rispondevo "no, è l'ultimo".
In barba a tutti i luoghi comuni che continuano a circolare sulla maternità, io posso dire con tutta onestà che ho passato mesi orribili, giornate (e nottate) di merda, momenti di disperazione.
Posso anche dire che non è vero che si dimentica, no: io mi ricordo tutto nei dettagli, il parto, il post-parto, l'insonnia coatta, i pianti, la reclusione, e l'innumerevole quantità di volte che ho pronunciato le parole "ma che rottura di coglioni".
E poi niente, alla fine è passato, perchè è vero che tutto passa, lasciando cicatrici visibili e non, lasciandomi un mini-uomo che ha quasi 4 anni e che è attualmente l'unico essere umano che proprio non mi delude mai (lo so, ci sarà tempo anche per quello ma adesso mi godo il momento).

(Nel frattempo sono successe molte altre cose, e come sempre ho preso troppe strade per ricordarmi qual è l'unica che davvero mi chiama: qualcuno si è lamentato che scrivo sempre meno sul blog, ma il fatto è che non scrivo qui perchè scrivo altro e altrove).

"Lo sai, mettersi ad amare qualcuno, è un'impresa. Bisogna avere un'energia, una generosità, un accecamento… C'è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa" scriveva Sartre ne “La nausea” concludendo con "io so che non salterò mai più".
Io, invece, ho saltato quel precipizio un'altra volta, e a febbraio, a casa di Orlando, arriverà un +1.




ps: se pensate che io sia matta, potete dirmelo, l'hanno già fatto in diversi.
ps2: se pensate che io sia matta, potete dirmelo, lo penso anch'io.
ps3: se pensate che io non sia matta, siete matti voi.