lunedì 25 maggio 2015

La scuola ai tempi di Whatsapp

Quando io andavo alla scuola materna, nei terribili anni '80, c'era molta meno attenzione di adesso a certi aspetti dell'infanzia, e senz'altro molta meno partecipazione da parte dei genitori. Non ricordo di aver mai sentito mia madre pronunciare frasi del tipo "oggi devo andare alla riunione della sezione farfalle" o "oggi usciamo prima perchè ci sono le elezioni della rappresentante d'Istituto e devo votare", piuttosto che mio padre dire "questo sabato c'è la giornata di Legambiente, andiamo a dipingere i muri scrostati della tua classe a spese nostre!". Quando mai. Certo mia madre forse non è proprio una rappresentanza corretta della madre media, ma secondo me le abitudini a quei tempi erano molto diverse.

Adesso è il 2015, e tutti hanno Whatsapp.
Su Whatsapp ci sono gruppi di qualunque sorta: c'è il gruppo "future mamme di febbraio", il gruppo "chi viene al parco oggi pomeriggio?", il gruppo "calcetto del lunedì", quello "ex colleghi simpatici"; ci sono i gruppi occasionali (tipo "Tizio compie 40 anni") e quelli perenni (tipo "Tizio ha compiuto 40 anni e siccome alla sua festa ci siamo divertiti di brutto restiamo in contatto su Whatsapp e mandiamoci video cazzoni"), e in tutto questo fiorire abbondare e straripare di gruppi non mancano quelli della scuola dei figli.
Io ho 2 figli e 5 gruppi "scolastici": la chat "Pesciolini nido classe 2014", il gruppo "Classe Verde materna", il gruppo "mamme fuori bacino" per le mamme della materna che hanno iscritto i figli a una scuola elementare in culandia, un gruppo ristretto "mamme del nido" che prende per il culo la suddetta chat "Pesciolini" e un altro gruppo che include i padri, anch'esso generato dalla follia della chat "Pesciolini", e si intitola "Uccidi una mamma".
Poi ci sarebbe il gruppo della "scuola calcio classe 2009" in cui grazie a dio non sono stata inclusa (l'Interista temeva, credo, che avrei potuto fargli fare brutte figure scrivendo cose inopportune).
Queste chat sono l'aggiornamento 3.0 del concetto di assurdo beckettiano: dialoghi infiniti composti di frasi minime o singole parole, con pochissimo senso (del reale), in grado di suscitare il riso, ma anche un profondo senso di angoscia.

Tipo.
"Aiuto, mamme! Dove trovo una maglietta bianca?"
"All'OVS!"
"Ah"
"Ma all'ovs o all'oviesse?"

(forse è su questa domanda che è nato il gruppo "Uccidi una mamma")

Tipo.
"Mamme, mio figlio sta vomitando da ieri, ma è normale?"
"Anche la mia, vomita verde!"
"Poverina! Il vomito della mia invece è giallo!"
"Il mio ha vomitato lunedì ma non ricordo il colore"

(io vi giuro che è tutto vero, e che la conversazione è durata molto ma molto di più)

Tipo.
"Mamme, per la festa di fine anno abbiamo avuto un'idea bellissima!"
(e lì mi son tremati i polsi per la paura)
"Per limitare gli sprechi portiamo il gelato!"
(no qui non posso non intervenire)
"Ma scusate il gelato si scioglie in 30 secondi, a scuola non c'è il freezer..."
"Ma è perchè così non avanzano le patatine!"
"Se ci tieni possiamo portare anche le patatine per tuo figlio"
"Mio figlio non mangia nè le patatine nè il gelato"
"Neanche il mio mangia il gelato..."
"Anche il mio!"
"Il mio nemmeno!"

(Insomma nessuno di 'sti nani mangia il gelato, ma portiamolo, il gelato, alla festa di fine anno)

Tipo.
"Mamme, aiuto, ma la scuola è chiusa per il ponte?"
"Sì, dall'1 al 5"
"Ma quindi anche il 3?"
"Scusate ma è proprio chiusa chiusa?"

(Ma perchè, esiste l'opzione chiusa-aperta?)

Potrei andare avanti. Potrei farvi crepare dal ridere a botte di screenshot. Ma non lo farò, non vorrei essere querelata da qualcuna di queste fini intelligenze che animano i gruppi whatsapp di cui faccio parte.
Dice: cancellati, abbandona il gruppo, rispondigli male, mettile alla berlina.
La verità è che provo una sottile perversione nell'assistere all'incredibile spettacolo della scemenza umana, che invece di usare un mezzo come fonte di utilità quale potrebbe e dovrebbe essere, è capace di creare dei buchi neri di deficienza. Il padre fondatore del gruppo "Uccidi una mamma" dice: non esco perchè mi piace osservare con lo sguardo dell'entomologo. E' così.
E non parliamo delle ricorrenze... lì si scatena l'inferno. Partono video musicali, foto con layout orrendi di fiori e citazioni banali, gattini che sventolano bandiere con scritto "auguri mamma" e ogni sorta di aberrazioni grafiche.
Dovesse esserci un altro diluvio universale per selezionare l'umanità meritevole da quella che no, spero che il signore del piano di sopra abbia ben in testa la cronologia della chat whatsapp dell'universo mondo.
Nel frattempo... chissà cosa mi succede l'anno prossimo, alla scuola elementare.