Ti alzi alle 6, a volte anche prima, dopo notti che durano poche ore e mille risvegli.
Con gli occhi impastati cerchi il pavimento tentando di impedire a tuo figlio di buttarsi giù dal letto.
Sollevi i suoi 11 chili di morbidezza e lo porti di là, per impedire che svegli il resto della famiglia, mentre lui cerca di depilare la gatta, di sfondare la porta del bagno, di infrangere il vetro del forno con la mazza da golf giocattolo di suo fratello.
Ti prepari un caffè e lo infili nel seggiolone (il bambino, non il caffè, di solito), ma proprio in quel momento lui caga e si lorda fino alle ascelle. Allora vai in bagno, lo lavi e lo cambi mentre lui si contorce e strepita come una delle serpi sulla testa di Medusa. Torni di là e il caffè ormai è freddo ma lo bevi lo stesso, mentre lui cerca di infilarti in bocca il suo plasmon smaciullato.
Poi arrivano le 8, e inizia la corsa per essere pronti in tempo. Sveglia questo e quello, vestili, colazionali, cerca di non inciampare sulle macchinine sparse ovunque, siediti per metterti le scarpe e scopri che sotto il tuo deretano c'è un mondo che neanche al Toys.
Urla per farti ascoltare e sentiti rimproverare perchè sei esaurita, e in effetti lo sei, cazzo se lo sei, perchè a breve devi anche andare a lavoro e produrre delle frasi di senso compiuto sulla qualità dell'aria e sui pronunciamenti del Consiglio di Stato.
Prima di uscire sentiti tirare per la giacchetta da tuo figlio grande che ti dice "Mamma, non mi piace la scuola". E lo dice con l'aria di uno che ci ha pensato molto e sa cosa sta dicendo. Va ancora alla materna, e non sa cosa sia davvero la Scuola, quella in cui peraltro alle 8.20 devi essere già in classe e non in cameretta a scegliere se portare con te i Gormiti o gli Avengers.
Ti metti in tasca un vago senso di fallimento, t'infili il cappotto, ti dimentichi il cappello proprio oggi che fa freddo ed esci. Non sei truccata, non sei pettinata, le occhiaie sono il tuo unico accessorio.
Entri al nido, per lasciare quello piccolo alla maestra.
Eviti di chiederle qualcosa, ma lei ti guarda fisso e ti dice: "Suo figlio ha un carattere un po' particolare... è un po' impositivo..."
"In che senso?"
"Nel senso che ogni volta che non faccio qualcosa che vuole lui mi guarda come se mi stesse dicendo mo' te meno!"
"Ah. Sì, lo so, è un bambino un po' fisico..."
"E' bello aggressivo"
"Ah. Ma non è che picchia gli altri bambini, vero? No perchè noi siamo gente pacifica..."
"No no, solo qualche pestone a noi maestre".
Uno ha 5 anni, e non gli piace la scuola. (materna! quella dove giochi tutto il giorno!)
L'altro ha 10 mesi, e mena le maestre.
Poi dice che per i figli fai tanti sacrifici, ma sai le soddisfazioni.
#dovehosbagliato
Con gli occhi impastati cerchi il pavimento tentando di impedire a tuo figlio di buttarsi giù dal letto.
Sollevi i suoi 11 chili di morbidezza e lo porti di là, per impedire che svegli il resto della famiglia, mentre lui cerca di depilare la gatta, di sfondare la porta del bagno, di infrangere il vetro del forno con la mazza da golf giocattolo di suo fratello.
Ti prepari un caffè e lo infili nel seggiolone (il bambino, non il caffè, di solito), ma proprio in quel momento lui caga e si lorda fino alle ascelle. Allora vai in bagno, lo lavi e lo cambi mentre lui si contorce e strepita come una delle serpi sulla testa di Medusa. Torni di là e il caffè ormai è freddo ma lo bevi lo stesso, mentre lui cerca di infilarti in bocca il suo plasmon smaciullato.
Poi arrivano le 8, e inizia la corsa per essere pronti in tempo. Sveglia questo e quello, vestili, colazionali, cerca di non inciampare sulle macchinine sparse ovunque, siediti per metterti le scarpe e scopri che sotto il tuo deretano c'è un mondo che neanche al Toys.
Urla per farti ascoltare e sentiti rimproverare perchè sei esaurita, e in effetti lo sei, cazzo se lo sei, perchè a breve devi anche andare a lavoro e produrre delle frasi di senso compiuto sulla qualità dell'aria e sui pronunciamenti del Consiglio di Stato.
Prima di uscire sentiti tirare per la giacchetta da tuo figlio grande che ti dice "Mamma, non mi piace la scuola". E lo dice con l'aria di uno che ci ha pensato molto e sa cosa sta dicendo. Va ancora alla materna, e non sa cosa sia davvero la Scuola, quella in cui peraltro alle 8.20 devi essere già in classe e non in cameretta a scegliere se portare con te i Gormiti o gli Avengers.
Ti metti in tasca un vago senso di fallimento, t'infili il cappotto, ti dimentichi il cappello proprio oggi che fa freddo ed esci. Non sei truccata, non sei pettinata, le occhiaie sono il tuo unico accessorio.
Entri al nido, per lasciare quello piccolo alla maestra.
Eviti di chiederle qualcosa, ma lei ti guarda fisso e ti dice: "Suo figlio ha un carattere un po' particolare... è un po' impositivo..."
"In che senso?"
"Nel senso che ogni volta che non faccio qualcosa che vuole lui mi guarda come se mi stesse dicendo mo' te meno!"
"Ah. Sì, lo so, è un bambino un po' fisico..."
"E' bello aggressivo"
"Ah. Ma non è che picchia gli altri bambini, vero? No perchè noi siamo gente pacifica..."
"No no, solo qualche pestone a noi maestre".
Uno ha 5 anni, e non gli piace la scuola. (materna! quella dove giochi tutto il giorno!)
L'altro ha 10 mesi, e mena le maestre.
Poi dice che per i figli fai tanti sacrifici, ma sai le soddisfazioni.
#dovehosbagliato
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