A
tre mesi e mezzo stavi seduto da solo, a quattro volevi mangiare la
banana, sempre da solo, a sei hai iniziato a gattonare ovunque, a nove
sei finito in ospedale perchè sei un piccolo esibizionista, a dieci hai
iniziato a camminare.
Oggi fa un anno che ci sei, un anno vissuto pericolosamente, un anno che
mi sveglio cento volte a notte, un anno che ti propongo il ciuccio e tu
me lo schifi, un anno che tuo fratello cerca di accettarti - e non è
stato facile - in tutta la tua ingombrante presenza.
Tu che
appena ti alzi la mattina senti il bisogno di afferrare il martello di
legno giocattolo e prendere a martellate tutto ciò che ti si para davanti, dai mobili alla gatta ai biscotti della colazione. Tu che raccogli oggetti in giro per
casa e vai a buttarli dentro il water, e se non chiudo la porta a chiave
la apri a forza di batterci su. Tu che se mi distraggo un minuto ti
sgranocchi i croccantini della gatta - e continui a rifarlo quindi
suppongo ti piacciano più dei Plasmon. Tu che stai fermo solo davanti
alla pentola a pressione quando fischia, e non c'è verso di tenerti in
braccio a leggere un libro, e la cosa mi destabilizza perchè a tuo
fratello leggo libri da quando aveva 6 mesi. Tu che sai già calciare il
pallone e ridi come un matto quando ti rincorro per casa, con quella camminata alla John Wayne che ogni volta che ti guardo penso a quanta strada farai, e sorrido.
Tu
che vivi col rantolo perenne e l'Augmentin è il tuo bicchiere della
staffa, che per causa tua l'Interista a breve penserà che ho una relazione
clandestina col pediatra.
Auguroni piccolo terremoto
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