Un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre, il buon vecchio William la definiva così. E ultimamente sembra aver affittato una stanza a casa nostra. Nata insieme a tuo fratello, quasi a corredo, è rimasta a lungo silente, un'ombra, un sospetto, un momento.
Ora ha preso possesso dei tuoi gesti e delle tue parole: preferisci lui a me, questo è il refrain di ogni giornata, e se per un po' mi son detta che è normale, tra fratelli, la gelosia, adesso comincio ad avvertirne l'ingombro.
E' vero, tuo fratello è il mio preferito. E' facile preferirlo: è ancora un cucciolo, non sbaglia un congiuntivo, è autonomo, ama i libri, ama nuotare, colora dentro i bordi, è capace di entusiasmo per le piccole cose, canta a qualunque ora del giorno con voce baritonale e mimica da attore consumato, non ultimo è esteticamente identico a me. E' capriccioso, vero, ma ha 3 anni e mezzo e ci si passa sopra.
Tu, che non sei mai stato capriccioso e che sei un clone di tuo padre (però più bello), sei tutt'altro che facile: hai certe asperità che - all'alba dei 40 lo so con certezza - niente potrà smussare, parli poco e spesso non rispondi a domande ripetute, non spieghi, sei vittima di attacchi di rabbia difficili da contenere. Sei permaloso, cocciuto, poco propenso alla lettura, pigro e trasandato. Vivi per aria, in mondi a noi inaccessibili, e spesso ti troviamo sdraiato per terra, perso in chissà che universi.
Sei definitivamente, tragicamente, inspiegabilmente uguale a me, nel carattere, nei difetti, nella lentezza e in un sacco di altre cose per cui mi riesce difficile preferirti, perchè preferire se stessi è sempre difficile, soprattutto per quelli come noi che si sottopongono a perenne autocritica. Che io, all'alba dei 40, ancora non mi sono accettata del tutto e la lotta è costante.
Non posso preferirti, è vero, ma posso amarti, amarti in maniera sbilenca e passionale, amarti catullianamente, proprio come amo me stessa, a giorni alterni, d'amore puro e inclassificabile, quello che non conosce compromessi e se li conosce li schifa. E lo so, me ne accorgo, che nei miei occhi, guardacaso verdi, vedi ondeggiare quel mostro, e la gelosia ti afferra.
Cosa sarà meglio, essere preferito o essere amato pazzamente? In ogni caso, preferire è facile, amare no. Perciò ti chiedo scusa in anticipo, Bruco, della gelosia che involotariamente ti provoco: e sappi che quando sbrocco perchè stai sdraiato sul pavimento invece di "fare qualcosa di utile", in realtà sto sbroccando con me stessa, io che passo le giornate a fare cose utili ma ho una voce dentro che mi dice "sdraiati, sdraiati sul pavimento e resta, resta e sogna".
Com'era? Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni... e nello spazio e nel tempo di un sogno...
Ora ha preso possesso dei tuoi gesti e delle tue parole: preferisci lui a me, questo è il refrain di ogni giornata, e se per un po' mi son detta che è normale, tra fratelli, la gelosia, adesso comincio ad avvertirne l'ingombro.
E' vero, tuo fratello è il mio preferito. E' facile preferirlo: è ancora un cucciolo, non sbaglia un congiuntivo, è autonomo, ama i libri, ama nuotare, colora dentro i bordi, è capace di entusiasmo per le piccole cose, canta a qualunque ora del giorno con voce baritonale e mimica da attore consumato, non ultimo è esteticamente identico a me. E' capriccioso, vero, ma ha 3 anni e mezzo e ci si passa sopra.
Tu, che non sei mai stato capriccioso e che sei un clone di tuo padre (però più bello), sei tutt'altro che facile: hai certe asperità che - all'alba dei 40 lo so con certezza - niente potrà smussare, parli poco e spesso non rispondi a domande ripetute, non spieghi, sei vittima di attacchi di rabbia difficili da contenere. Sei permaloso, cocciuto, poco propenso alla lettura, pigro e trasandato. Vivi per aria, in mondi a noi inaccessibili, e spesso ti troviamo sdraiato per terra, perso in chissà che universi.
Sei definitivamente, tragicamente, inspiegabilmente uguale a me, nel carattere, nei difetti, nella lentezza e in un sacco di altre cose per cui mi riesce difficile preferirti, perchè preferire se stessi è sempre difficile, soprattutto per quelli come noi che si sottopongono a perenne autocritica. Che io, all'alba dei 40, ancora non mi sono accettata del tutto e la lotta è costante.
Non posso preferirti, è vero, ma posso amarti, amarti in maniera sbilenca e passionale, amarti catullianamente, proprio come amo me stessa, a giorni alterni, d'amore puro e inclassificabile, quello che non conosce compromessi e se li conosce li schifa. E lo so, me ne accorgo, che nei miei occhi, guardacaso verdi, vedi ondeggiare quel mostro, e la gelosia ti afferra.
Cosa sarà meglio, essere preferito o essere amato pazzamente? In ogni caso, preferire è facile, amare no. Perciò ti chiedo scusa in anticipo, Bruco, della gelosia che involotariamente ti provoco: e sappi che quando sbrocco perchè stai sdraiato sul pavimento invece di "fare qualcosa di utile", in realtà sto sbroccando con me stessa, io che passo le giornate a fare cose utili ma ho una voce dentro che mi dice "sdraiati, sdraiati sul pavimento e resta, resta e sogna".
Com'era? Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni... e nello spazio e nel tempo di un sogno...
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