Anche se ultimamente ci scrivo di rado, sul blog non sono mai mancati gli auguri per il tuo compleanno: forse l'unica cosa in cui non ho mai sbagliato le tempistiche, il buon compleanno è sempre arrivato puntuale. Quest'anno dice che ero troppo impegnata: prima un pigiama party di ottenni che ha trasformato il soggiorno in un campo da calcio, poi un brunch party al parco in una domenica d'ottobre mascherata da luglio inoltrato, infine un festeggiamento casalingo con quelle candeline che si riaccendono all'infinito.
Praticamente come quei matrimoni marocchini che durano sette giorni e si va avanti a oltranza: non so se ho più sfornato muffin o impilato tramezzini, so solo che non ho avuto il tempo materiale di scrivere due righe qui. Lo faccio oggi, dopo una settimana in cui sei via a "scuola natura", per la tua prima esperienza lontano da casa, così posso anche dirti: torna presto!
Perchè tuo fratello, che da una settimana dorme nel tuo letto, non è felice come quando ci sei tu.
Perchè tuo padre la mattina, non dovendoti accompagnare a scuola, poltrisce senza ritegno e questo non mi sembra giusto (!!!!).
Perchè i pomeriggi saranno anche logisticamente meno complicati, ma la mia bicicletta mi sembra così triste senza le tue lunghissime gambe appollaiate lì dietro.
Perchè quando apparecchio per cena, la geometria sentimentale del nostro tavolo quadrato non mi torna.
Perchè a casa di Orlando, se non c'è Orlando, manca qualcosa.
E anche se sono davvero tanto felice per la tua fuga piena di esperienze nuove e divertimento, questa piccola incursione in un futuro in cui vivi una vita parallela che mi comprende in piccolissima parte mi ha terrorizzata a morte. Sarà che ultimamente l'argomento tempo rientra tra i miei demoni quotidiani. Ma insomma, ecco, non sono pronta.
Torna. Torna, e stiamo un po' qui seduti, sul divano di casa, mentre ti faccio domande a cui rispondi a spizzichi, mentre sei perso in chissà quali mondi. Mentre tuo fratello ti saltella intorno e ti infastidisce, mentre pizzichi le corde della chitarra e pensi a quale giocatore ti manca per completare la tua raccolta di figurine.
E auguri, anche se era due settimane fa.
Che il tempo corre velocissimo, ma non dobbiamo avere paura di stargli alle calcagna.
Praticamente come quei matrimoni marocchini che durano sette giorni e si va avanti a oltranza: non so se ho più sfornato muffin o impilato tramezzini, so solo che non ho avuto il tempo materiale di scrivere due righe qui. Lo faccio oggi, dopo una settimana in cui sei via a "scuola natura", per la tua prima esperienza lontano da casa, così posso anche dirti: torna presto!
Perchè tuo fratello, che da una settimana dorme nel tuo letto, non è felice come quando ci sei tu.
Perchè tuo padre la mattina, non dovendoti accompagnare a scuola, poltrisce senza ritegno e questo non mi sembra giusto (!!!!).
Perchè i pomeriggi saranno anche logisticamente meno complicati, ma la mia bicicletta mi sembra così triste senza le tue lunghissime gambe appollaiate lì dietro.
Perchè quando apparecchio per cena, la geometria sentimentale del nostro tavolo quadrato non mi torna.
Perchè a casa di Orlando, se non c'è Orlando, manca qualcosa.
E anche se sono davvero tanto felice per la tua fuga piena di esperienze nuove e divertimento, questa piccola incursione in un futuro in cui vivi una vita parallela che mi comprende in piccolissima parte mi ha terrorizzata a morte. Sarà che ultimamente l'argomento tempo rientra tra i miei demoni quotidiani. Ma insomma, ecco, non sono pronta.
Torna. Torna, e stiamo un po' qui seduti, sul divano di casa, mentre ti faccio domande a cui rispondi a spizzichi, mentre sei perso in chissà quali mondi. Mentre tuo fratello ti saltella intorno e ti infastidisce, mentre pizzichi le corde della chitarra e pensi a quale giocatore ti manca per completare la tua raccolta di figurine.
E auguri, anche se era due settimane fa.
Che il tempo corre velocissimo, ma non dobbiamo avere paura di stargli alle calcagna.
Nessun commento:
Posta un commento