Domenica grigia d'autunno, a casa di Orlando.
Le prime ventate d'arietta più freschina, cielo carico che promette diluvio, Bruco con la sindrome leopardiana della domenica pomeriggio.
Approfitto per "fare ordine", cioè quella cosa misteriosa e misconosciuta che viene a trovarci raramente, essendo noi dei disordinati senza speranza.
Apro l'armadio, quello in cui convivono nello stesso cassetto i costumi da bagno coi maglioni di lana, le tute aziendali dell'Interista con le felpe da ventenne da cui non vuole separarsi, il cimitero dei calzini spaiati (abbiamo dovuto crearne uno all'interno dell'armadio perchè la situazione era insostenibile) insieme al mio unico paio di scarpe coi tacchi che ho messo tipo due volte nella vita.
"Bruco, è ora di liberarsi del passato. Vuoi aiutarmi?"
"No. Sono triste perchè la mia moto si è rotta"
"Amore, se le fai fare il triplo carpiato da una parte all'altra della stanza è probabile che si rompa"
Ecco che inizia ad arricciare il mento come quando sta per piangere.
"Senti Bruco, scommetto che nell'armadio se cerchiamo bene c'è pure qualche macchinina nuova. Dai aiutami che dobbiamo fare due torri altissime: quella delle cose che teniamo, e quella delle cose che non teniamo".
Dopo un'ora di duro lavoro, le due torri erano quasi alte uguali.
"Guarda Bruco, queste torri son quasi più alte di te! Adesso prendiamo un sacchettone e ci mettiamo dentro tutte le cose che non teniamo"
"Ok. Le porto io in pattumiera, mamma"
"Pattumiera? Chi ha parlato di pattumiera?"
"Questa è la torre delle cose da buttare, mamma"
"Ma và, Bruco. Questi vestiti sono ancora buoni. Solo che... ehm, la metà non mi entra più, l'altra metà ce l'ho da così tanto tempo che mi ha stufato"
"E non li buttiamo?"
"No, li portiamo al baratto della zia Franci"
"Il baratto? E cos'è?"
"E' quando tu dai delle cose tue e prendi delle cose di altri. Senza soldini"
"Posso dare la mia moto rotta e prenderne una nuova?"
"No, ecco, non funziona proprio così... Questo è un baratto di vestiti. Però potremmo organizzarne uno di giochi, hai ragione. Non giochi rotti, giochi a posto".
"Allora ci devo pensare"
Quando non c'erano le monete (o quando ce n'erano poche) una delle transazioni commerciali più usate era il baratto. Che, tradotto e declinato in tempi di consumismo, è un modo per liberarsi di cose che non usiamo più ma sostanzialmente nuove, senza sentirsi in colpa e senza sprechi. E di portarsi a casa una maglietta che ci piace a costo zero.
Una delle zie del Bruco, ogni autunno organizza questo baratto di vestiti, ed è sempre un successo.
Quello che avanza, và naturalmente in dono a chi ne ha bisogno. Si ricicla, si risparmia e ci si diverte pure.
"Mamma, ci ho pensato"
"Bene, cosa porti al baratto?"
"Il cappello blu che me lo fai sempre mettere e io non vojo"
"Uhm. Allora speriamo di trovare un altro cappello, se no come fai senza?"
"Secondo me non ci sono altri cappelli al baratto"
Chi può dirlo? Il baratto a volte riserva molte sorprese...
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