venerdì 15 febbraio 2013

Tacchi o punte?

No, non sono diventata una fashion blogger (mi sarebbe più facile scrivere su Cavalli e segugi, temo), sto solo cercando di affrontare un dilemma casalingo che in questi ultimi giorni ci attanaglia: oltre al fatto di essere travestito da Batman 24 ore al giorno ormai da 7 giorni a questa parte, il Bruco sta vivendo una sorta di schizofrenia sportiva.

Lunedì, ore 8.45, a colazione.

"Mamma, devo chiederti una cosa"
"Va bene, Bruco, basta che non si tratti ancora del fratellino"
"No, mamma. Vorrei le scarpe con i tacchini perchè sono un calciatore"
"Con i tacchetti, si dice con i tacchetti. E poi cosa te ne fai? Mica ci puoi andare in giro con quelle"
"Sì, invece. Me le compri?"

Martedì, ore 17.31, a casa di Orlando.

"Mammaaaa! Guardaaaa!"
"Oddio, aiuto! Ma Bruco... ma... ma sei matto????"
"Hai visto? So fare la spaccata"
 Ha fatto un salto terminato in spaccata sul pavimento. Giuro. E non si è fatto male.
Amore ma chi te le insegna queste cose?
"A scuola nel salone. So anche camminare sui talloni"
A scuola nel salone, certo. La chiamano l'ora di psicomotricità, mi sembra.
No, dico: un salto con spaccata finale a pavimento.
Qui ci vogliono le punte di gesso, altro che i tacchini.

Mercoledì, ore 19.10, a casa di Orlando.

"Mamma, ma se io tengo l'Inter perchè il mio amico Victor tiene la Juve?"
"Bruco, perchè al mondo ci sono tante cose diverse e tanti gusti diversi"
(questo è lo strascico di una serata - di cui non ho ancora scritto perchè l'Interista non ha ancora superato lo shock - in cui il Bruco sosteneva di essere juventino, avverando per poche ore la profezia di sventura che agita le notti di suo padre: l'amichetto del cuore juventino, in grado potenzialmente di prevalere sui diritti del DNA nerazzurro)
"Ma io tengo l'Inter perchè l'Inter vince sempre, vero?"
"Bruco, secondo me è meglio che ne parli col papà, di queste cose, perchè la mamma è più competente su altri versanti. Vuoi che ti racconti la storia del Lago dei cigni?"
"No"
"Ok"

Giovedì, ore 17.40, tornando a casa da scuola.

"Mamma, guardami!"
E si pianta in mezzo alla strada, peraltro con le ali da pipistrello e la faccia truccata da "gatto verde" ("l'ha chiesto lui, signora, oggi per carnevale li abbiamo truccati a piacimento"), e inizia a fare dei movimenti assurdi con quelle sue gambette magroline e lunghissime.
"Hai visto?"
"Ho visto, Bruco, che gioco è?"
"E' il tip-tap, mamma!"
"Oddio, è vero! Sembravi quasi Fred Astaire!"
"Chi è Fresastèr?"
"Uno che ballava bene come te"

Poi ieri sera, a casa, mentre l'Interista era allo stadio e probabilmente cristonava in cuor suo per le sorti della sua squadra del cuore, io pensavo che secondo me il Bruco sarebbe proprio un bravo ballerino, perchè ha il collo del piede arrotondato e come dice la zia Franci quella è una dotazione di natura che ti indica la strada. Ho pensato che anche suo padre ha lo stesso collo del piede, eppure gli unici balletti che fa sono quelli davanti alla porta quando cerca di arraffare una palla sui campetti di calcio a 7. Ho pensato che mi vedo bene, a cinquant'anni, come abbonata alla Scala che va a vedere suo figlio in tutù. Ma soprattutto ho pensato che l'Interista, per quanto di ampie vedute, combatterebbe fino alla morte se volessi mai iscriverlo a danza, perchè fondamentalmente è un maschio italico e per lui il balletto (insieme al musical) è come la kriptonite per Superman.

Poi ho pensato che lui farà quello che gli piacerà fare, senza condizionamenti da parte di nessuno, e se ha ceduto il padre di Billy Elliot nel caso cederà anche lui.

Stamattina, ore 9.10, a colazione.

"Mamma"
"Dimmi, Bruco"
"Ma cos'è successo a Milito?"
"Oddio, anche tu a parlare di Milito?! Vai subito in camera da tuo padre e lasciami bere il mio tè in santa pace!"

Tacchi(ni) o punte, ci si divertirà parecchio.


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