Come tutti i bimbi di città, il Bruco ha un rapporto molto ridotto col mondo vegetale e animale, e anche se si cerca di ovviare, a Milano c'è una gran varietà di specie strane solo per quanto riguarda le persone.
Però in vacanza ci siamo rifatti, e al Bruco si sono aperte finestre su mondi pressochè ignoti o conosciuti solo a mezzo libri: per 10 giorni abbiamo abitato in una casa di campagna, isolata sul cucuzzolo di una collina, confinante con un appezzamento che ospitava capre, circondati da fattorie et similia (e in proposito volevo sollevare la seguente questione: ma chi l'ha detto che il gallo canta all'alba? Quelli che c'erano lì intorno iniziavano alle 5 e andavano avanti fino a mezzogiorno. Cari, simpatici, esauriti galletti).
Ma gli ospiti più consistenti erano gli insetti: grilli su ogni imposta, ragni di varia forma e colore in ogni dove, cicale fino a farti scoppiare la testa. Persino un simpatico nido di vespe sulla finestra della Bruco-camera.
Dicono che l'entomofobia venga da un condizionamento dei genitori, perchè un bambino, di per sè, non ha motivo di aver timore di un ragnetto, così come di un gatto o di un cane.
Ora, a me personalmente gli insetti fanno una paura boia.
Però mi sono sforzata, col Bruco, di non farglielo capire nè tantomeno di uccidere un ragnetto o altro in sua presenza.
E infatti lui di solito quando vede un insetto si profonde in frasi tipo:
"Mamma, guarda! Che carino! Gli diamo la pappa?"
"Ehm... anche no, Bruco, quello è un coleottero, non è un animale domestico"
"Cos'è un animale domestico?"
"Uno tipo la Minuzza, che vive in casa con noi"
"E il colottoro non può stare con noi?"
"No, Bruco. Fidati che il coleottero sta meglio fuori casa"
Insomma siamo tornati in città e io ero molto contenta di questo approccio del Bruco al mondo "insettifero", nonostante me (e anche nonostante l'Interista che è terrorizzato dai grilli, uno dei pochi insetti che non fanno veramente niente a parte saltare, ma tant'è).
Sabato sera, a casa della nonna Luciana.
"Nonna, guarda cosa ho trovato! Una racchietta!"
"No, amore, quella non è una racchetta per giocare, è per uccidere le zanzare!" illustra la nonna con dovizia di particolari "Guarda, tu schiacci qui e le zanzare si friggono!"
"Uao! Mamma la vojo anch'io per giocare a tennis con le szanszare!"
Grazie, nonna. Una sconfigge pure la paura atavica dei ragni per trasmettere a suo figlio l'armonia della natura, e poi in 30 secondi gli si passa il concetto che uccidere gli insetti è pure divertente.
"Ma Bruco non ti serve uccidere le zanzare: in casa nostra ci sono le zanzariere, se non entrano che fastidio ti danno? Poi c'è lo spray al geranio, la candela di citronella, un sacco di cose..."
"Sì. Allora me la compri? La pallina non mi serve"
FANTASTICO.....
RispondiEliminaAnche il suo cuginetto Dabide sta cercando di migliorare il suo rapporto con gli insetti che normalmente si trovano in natura (nel suo caso in montagna).... Diciamo che i suoi amichetti montanari gli stanno insegnando a non aver paura degli scorpioni e ad ucciderli....
Quindi avremo un Orlando Federer con le zanzare. Noi la racchietta ce l'abbiamo gialla.
RispondiEliminaDabide in montagna ha subito una trasformazione: dal temere ogni tipo di insetto, è diventato un Killer di scorpioni... complimenti.