giovedì 26 febbraio 2015

Un anno vissuto pericolosamente

A tre mesi e mezzo stavi seduto da solo, a quattro volevi mangiare la banana, sempre da solo, a sei hai iniziato a gattonare ovunque, a nove sei finito in ospedale perchè sei un piccolo esibizionista, a dieci hai iniziato a camminare.
Oggi fa un anno che ci sei, un anno vissuto pericolosamente, un anno che mi sveglio cento volte a notte, un anno che ti propongo il ciuccio e tu me lo schifi, un anno che tuo fratello cerca di accettarti - e non è stato facile - in tutta la tua ingombrante presenza.
Tu che appena ti alzi la mattina senti il bisogno di afferrare il martello di legno giocattolo e prendere a martellate tutto ciò che ti si para davanti, dai mobili alla gatta ai biscotti della colazione. Tu che raccogli oggetti in giro per casa e vai a buttarli dentro il water, e se non chiudo la porta a chiave la apri a forza di batterci su. Tu che se mi distraggo un minuto ti sgranocchi i croccantini della gatta - e continui a rifarlo quindi suppongo ti piacciano più dei Plasmon. Tu che stai fermo solo davanti alla pentola a pressione quando fischia, e non c'è verso di tenerti in braccio a leggere un libro, e la cosa mi destabilizza perchè a tuo fratello leggo libri da quando aveva 6 mesi. Tu che sai già calciare il pallone e ridi come un matto quando ti rincorro per casa, con quella camminata alla John Wayne che ogni volta che ti guardo penso a quanta strada farai, e sorrido.
Tu che vivi col rantolo perenne e l'Augmentin è il tuo bicchiere della staffa, che per causa tua l'Interista a breve penserà che ho una relazione clandestina col pediatra.
Oggi fa un anno che ci sei, un anno faticoso e folle di cambiamenti, un anno di scardinamento delle certezze e di sbilanciamento - di nuovo - degli equilibri, un anno che ti tengo in braccio la sera per addormentarti sapendo che dopo due ore sarai di nuovo sveglio, e mi dico che sì, nonostante tutto, ne valeva la pena.
Qui te lo dico e lo penso davvero, farai tanta strada, bambino guerriero.
Auguri Enea.

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