venerdì 7 ottobre 2022

Tredici

13: il numero che nei Tarocchi è associato alla Morte e nella simbologia religiosa alla sommossa di Lucifero. La morte è quella dell'infanzia, la sommossa è tutta tua. 

Tredici come gli anni che fai oggi, ragazzino dispari e primo, che ti porti in giro questo corpo smisurato. Altissimo tu, lungherrimi i piedi, numerosi i brufoli, contati i sorrisi. Scemo come conviene esserlo a 13 anni.

- Orlando, guarda che stasera non ci sono, ho un incontro in libreria.
- Ah, ti vedi con la tua gang di poeti?
 
Ma quale gang! ribatto, e sotto i baffi rido molto, perché avverto chiaro il senso dell'ironia che cresce con te e prende corpo, e so benissimo da dove viene, come so che quelle mascelle dritte e fiere le hai prese da tuo padre. 
Poi a volte non rido per niente, e come una matta ammattisco, per le quarantamila volte in cui devo dirti di fare lo zaino, lavarti i capelli, non lasciare calzini mummificati nelle intercapedini del letto, smetterla di guardare reel di gente che cucina hamburger con salse oscene e tentare di riprodurle in mia assenza. E quando menti nonostante l'evidenza, quando fai cose assurde tipo andare a scuola indossando solamente la felpa senza niente sotto, quando fai finta di studiare geografia e intanto leggi fumetti incomprensibili tipo Kakegurui Twin, o provi a battere il tuo record personale di cubo di Rubik.
Per metà figlio del tuo tempo e per metà figlio mio, sei tutto sghembo, bello e sghembo come si può essere solo quando si comincia ad "adolescere", che vuol dire crescere ma dentro quella radice è contenuto anche un pezzettino di dolore, quello connaturato ad ogni trasformazione. Ti guardo, sono qui per guardarti diventare, prismatico e sfuggente ex bambino, e mi godo lo spettacolo: che forma prenderanno i tuoi desideri? E le tue paure? 
 
- Madre.
- Eh.
- Posso andare al parco con la mia gang?
- A fare cosa?
- Dobbiamo provare un nuovo trick.
- Ok, non voglio saperlo. Comportati bene altrimenti ti mando le Erinni.
- Fico, magari mi aiutano a fare dei nuovi trick anche loro!
- Sparisci.
- Vabbè, non ti triggerare però.

(segue: scena di madre che cerca "triggerare significato" su Google)
 
Non so cosa succederà nei prossimi mesi o anni, non credo neanche di aver capito bene cosa è successo negli ultimi tredici, per l'appunto, ma ad oggi una cosa non è mai cambiata: ti guardo e vedo bellezza. Bellezza dentro e fuori, bellezza del diventare, bellezza nonostante i giorni brutti e certi scomodi pensieri, vedo bellezza anche nella preoccupazione costante, nelle domande che quotidianamente ci facciamo. Cosa pensi davvero di te, di noi? Cosa vedi quando ti guardi allo specchio e fai le smorfie? Quanto ti scoccia che alcuni compagni non ti apprezzino? Hai davvero voglia di continuare a fare alcune cose che fai, che noi ti abbiamo imposto e/o proposto? Che farai da grande? (a questa domanda continui a rispondere "il fabbro", ma lo sai, è una cosa che non riesco a interpretare se non alla luce di una certa passiona per la Grecia antica, perdonami se puoi)

Ti guardo. Lento, perennemente scalzo, sgarrupato, preferisci il mango alla cioccolata, la storia a ogni altra materia, i gatti a ogni altra forma di essere vivente.  

- Madre.
- Eh.
- Posso farmi i capelli verdi?
- Ma no, finchè stai alle medie non si può.
- Ma neanche a Carnevale?

Quando ti dicono che in adolescenza ne vedrai di tutti i colori. Benvenuta, adolescenza.
(e auguri, Orlando, ti si ama in ogni sfumatura)