domenica 13 settembre 2020

La mamma di Paolo

 La mamma di Paolo, come tutte le altre mamme durante la quarantena, ha supportato il figlio nell'assenza della scuola. Gli ha letto libri, ha controllato che seguisse le lezioni della didattica a distanza, ha ripetuto gli antichi Romani, ha corretto verbi. Il tutto mentre svolgeva numerose altre mansioni, tra cui quella di procacciare il cibo per tutta la famiglia - livello di stress probabilmente superiore a quello dei cavernicoli a caccia di cinghiali - ma questa è un'altra storia. La mamma di Paolo ha visto, in quelle settimane ai confini della realtà, il figlio quasi undicenne trasformarsi: la combo lockdown/preadolescenza le ha restituito un ibrido umano-urside, una specie vivente particolarmente attaccata al letto e/o al divano, dedita alla contemplazione del soffitto e/o del nulla cosmico, dotata di appetito perenne, tendenzialmente insonne e scontrosa. La mamma di Paolo, come tutte le altre mamme durante la quarantena, sognava la riapertura della scuola. L'ha sognata a marzo, quando sembrava impossibile, e poi ad aprile e maggio, quando in qualche posto del mondo succedeva davvero, l'ha sognata anche a giugno mentre i pomeriggi scorrevano liberi ma vuoti ai bordi di un campetto di basket, e ancora durante le vacanze, che sembravano strane e ingiustificate. La mamma di Paolo, per tutta l'estate ha consultato quasi quotidianamente il sito della scuola - una scuola ignota perchè Paolo andrà in prima media - facendo refresh compulsivo sulla sezione "news" per sapere se e quando e come sarebbe cominciata. Nei giorni scorsi i sogni della mamma di Paolo hanno avuto grandi incoraggiamenti, e lei - che non è più avvezza a incastrare orari e scadenze e commissioni di vario genere - ha iniziato a fare un sacco di confusione: infatti Paolo ha un fratellino (con cui ha passato gli ultimi sei mesi a darsele di santa ragione) che andrà in prima elementare, in un altro istituto e in un'altra zona, ma entrambi in 1A. 

Domani, 14 settembre dell'anno 2020, Paolo e suo fratello iniziano le loro rispettive scuole, e stasera sembravano tutti molto tranquilli, quasi disinteressati, mentre la mamma preparava zaini con dentro patti firmati di corresponsabilità, mascherine chirurgiche, materiali non scambiabili e tutto un corredo di aspettative che pochi genitori hanno avuto nella storia della scuola (tipo: speriamo che duri almeno fino a ottobre).

Paolo sembrava finalmente sereno: nei giorni scorsi è stato a un campus multisport sotto casa ed è tornato a uno stato di socializzazione più umano che ferino, recuperando alcune delle sue caratteristiche originarie.

Lunedì 7 settembre, ore 17.34

Punto di ritiro del campus multisport.

- Buongiorno! Sono la mamma di Orlando.

- Orlando?

- Sì

(l'educatrice guarda la collega con aria interrogativa)

- Ma è sicura che fosse qui, signora?

- Mah, ultimamente sono piuttosto rincoglionita ma sono sicura, sì.

(scoppio di risa dalle retrovie: un gruppo di ragazzini si dà di gomito e ride)

- E' lui, quello lì biondo, in mezzo a quelli che ridono!

- Ma chi, Paolo?

(altre risate)

- Ma come, quello è mio figlio, si chiama Orlando.

La mamma di Paolo è stata molto felice di vedere il figlio ridere, circondato da amici che ridevano. Invece la mamma di Orlando, che per un giorno ha fatto credere a tutti di chiamarsi Paolo, è stata molto sollevata nel constatare che la pandemia ha cambiato molte cose ma non tutte, e che l'attitudine alla pirloneria del figlio è rimasta inalterata.

(più tardi, quel giorno)

- Ma perchè hai detto che ti chiamavi Paolo?

- Boh, era divertente. E poi io a volte mi sento anche un po' Paolo.

Domani è il primo giorno di scuola media. Speriamo che all'appello risponda Orlando e che Paolo, col suo carico di irrefrenabile simpatia, resti dentro lo zaino, a muto supporto. In ogni caso, buon inizio a entrambi voi, ragazzi. Buon inizio e una stretta d'incoraggiamento a tutti. 

(anche alla mamma di Paolo)