martedì 7 ottobre 2025

Sedici anni e articoli determinativi

Sedici. Per un po' li ho contati qui sopra. In parole, aneddoti, compleanni, nomi storpiati. Poi ho scritto altro e altrove, e del resto l'adolescenza sembra prestarsi meno dell'infanzia alla tenerezza di certi racconti. O forse no. Oggi torno, per appuntare sul calendario i tuoi sedici, alla fine di un anno duro, che avrebbe sfiancato chiunque e qualunque amore. Ma siamo qui, sei qui, sei tu, col tuo metro e ottantasei di bellezza inespressa e inconsapevole, le mani giganti, i piedi infiniti e i capelli anarchici; con la porta della cameretta sempre aperta e i pacchi rigorosamente vuoti di caramelle che stazionano in ogni dove, ti aggiri per casa improvvisando balletti esilaranti, facendo slalom tra il chill estremo e il detestato aoristo greco con le sue némesi; sei quello che respinge in malo modo gli assalti bellicosi di un fratello ingombrante, ma lo accompagna agli allenamenti sotto il diluvio e la sera gli prepara le crêpes. Sei tu, capace di fidarti o di non ascoltare, amante della comicità più scorretta, delle ricette più trucide e degli outfit più ricercati. Che tanto, con quelle spalle lì, con quel viso lì, ti sta tutto a meraviglia. 

Silenzioso, ma non invisibile - anche se sospetto che spesso ti piacerebbe esserlo -, qualche giorno fa sei rientrato dal calcio, non mi hai vista in sala nè in cucina, e subito hai chiesto alla signora che ci aiuta in casa "Ceci, dov'è la mia mamma?". Come una freccia capace di fare le curve, quel "la" è arrivato fino in camera ed è stato come un abbraccio che non ti aspetti. "La". Aggettivo determinativo, che il pronome possessivo non bastava, non esauriva il concetto, perché non è tanto che sono tua mamma, è che sono "la",  "la tua", proprio quella, e non altra, quella che ti fa vergognare sui social e insegue i cadaveri delle confezioni di biscotti imboscate negli armadi, che stana i rave party dei tuoi calzini sotto il letto, e tra una citazione e l'altra di autori morti e misconosciuti perde un battito ogni volta che arriva una notifica sul registro elettronico. Saper vedere gli altri, sapergli dare uno spazio, lo fai fin da piccolo e non è una dote che hanno in tanti. Sarà anche per questo che ieri sei andato di tua iniziativa al supermercato a comprare delle torte da offrire ai compagni, "non lo fa mai nessuno in classe", ci dicevi ieri sera a cena, ma tu ci tieni, a tutti quegli articoli determinativi che dividono le giornate con te. Li tieni.

L'adolescenza sembra prestarsi meno alla tenerezza di certi racconti. O forse sei qui a testimoniare che no, che anche nella fatica, nelle difficoltà o in un quotidiano che divora tutto, c'è sempre spazio per la cura degli altri, che basta una parola, persino un semplice articolo, a dire un mondo. Oggi me la insegni tu, l'importanza delle parole. E mica solo quella. Tanti auguri, Lolli. Che è come ti chiamo a volte. Tanti auguri, l'Olli. 

Love U to the moon and back. La tua mamma.