Mi spiace molto, perchè è solo lunedì, ma questa è una storia triste.
Succede che quest'anno uno dei compagni di asilo del Bruco si chiama Angiolino.
Succede che Angiolino, ricciolo, biondo e con un visino da putto michelangiolesco, passa le sue giornate a menare sonoramente gli altri bambini. L'ho sbirciato dal vetro più volte nei giorni scorsi, e ho capito che per lui è naturale come per me bere il caffè la mattina: cioè, viene lì, ti guarda dritto negli occhi, e sbam!, parte lo schiaffo. Non importa se sei maschio o femmina, se stai giocando per fatti tuoi o se gli parli, se sei alto o basso, simpatico o antipatico. Angiolino è come Terminator: ha la sua mission, e non guarda in faccia a nessuno.
Stamattina l'ho visto mentre mi trascinavo lenta verso l'asilo col Bruco ingombro di tutti i suoi oggetti transizionali (oggi avevamo il bambolotto cinese, la "gugulula" d'acqua e la moto "grooonde").
Angiolino stava appeso alla mano di sua madre che letteralmente lo strascicava per terra a tutta velocità incurante del fatto che potesse farsi male, finchè a un certo punto gli ha tirato uno scappellotto in testa accompagnato da un "emmuoviti!".
Tirare conclusioni non è nel mio stile. Però, Angiolino, sappi che quando lo schiaffo di rito lo tirerai al mio Bruco, io avrò capito. E comunque, oggi, resto triste per te.
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