lunedì 7 ottobre 2013

Buon compleanno, mister Bruco

Stamattina quando è suonata la sveglia volevo morire. Le palpebre sembravano piombo, la schiena mi faceva male, nessuna energia residua, e tutto dopo otto ore di sonno filato.
Esattamente quattro anni fa, di mattina, mi svegliavo e volevo alzarmi. Le palpebre sembravano piombo, la schiena mi faceva male, nessuna energia residua, e tutto dopo 40 ore tra induzione, travaglio, parto.
Volevo andare alla nursery e guardarti perchè ti avevo visto solo di sfuggita tra l'1.36 e l'1.46: improvvisamente avevo un figlio e non sapevo neanche che faccia avesse. Eri senza capelli, e a parte quello mi sei sembrato subito bellissimo, il più bello. E' stato lì che ho capito davvero quella cosa dell'"occhio della madre" che avevo studiato a storia e critica del cinema.

Stamattina mi sono trascinata in camera tua con le mie palpebre di piombo e ti ho guardato, come faccio ogni mattina da quattro anni a questa parte.
Hai un sacco di capelli, lunghi e spettinati, un po' biondi e un po' rossi.
Hai quattro anni, e ti metti le scarpe da solo.
Hai quattro anni e giri per casa con una maschera da uomo-pesce, i guantoni da portiere e lo scudo di Capitan America.
Fai discorsi che neanche molti adulti sanno fare, e quando hai finito di mangiare mi dici "sono sazio".
Inciampi nei tuoi stessi lunghissimi piedi ma vai come un fulmine in bici senza rotelle, salutando ogni singolo ciclista che ti passa a fianco.
La ex maestra del nido ci chiede ancora oggi se può tenerti ogni tanto il pomeriggio.
La bidella della materna ti regala giochi e giochini ogni giorno perchè "lo so signora che non è educativo ma è il mio bambino preferito", e quando penso a me e all'interista (ma soprattutto a me) mi chiedo da dove tu l'abbia preso questo potere ipnotico di piacere alle persone.
E' un dono, il tuo dono.
Usalo bene, usalo a fin di bene, è il mio augurio per il futuro.
Auguri, Bruco mio. Tanti auguri da una che ogni mattina si sveglia, ti guarda, e si meraviglia.
(sei una durissima concorrenza per colui che verrà, ma ci attrezzeremo)

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