giovedì 7 ottobre 2021

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"Lolli, com'è andata con la nuova prof d'italiano?"

"Bene. Ci ha chiesto il nostro genere letterario preferito"

"E tu cos'hai detto?"

"La distopia"

"Che dici!?!? Ma lo sai cos'è una distopia?"

"E' il racconto di un futuro immaginario"

"Ah. E come fai a saperlo?"

"Lo hai detto tu quando raccontavi al papà di una cosa che hai scritto"

"Ah. Quindi ogni tanto ascolti, non sei sempre sulle nuvole"

Ma chissà dove sei, mi chiedo, anche se ti ho (quasi) sempre qui, mi cammini accanto con quei piedi spaventosamente lunghi che ormai rubano le scarpe al papà, sempre scalzo, sempre sgarrupato perché - anche se non lo vorremmo - l'entropia è uno dei tratti distintivi del brand di famiglia.

Chissà dove sei, mi sguisci via con la tua pelle trasparente e quei colori irlandesi ereditati da chissà quale desiderio, mentre a cadenza regolare rintocca la sempiterna domanda "hai fatto i compiti?". I compiti, che nel tuo iperuranio fantastico non rappresentano attualmente la priorità, perché la cosa più importante è sapere come finisce la saga dell'Attacco dei giganti o recuperare l'introvabile numero 2 di Platinum End, nonché realizzare con la carta una perfetta riproduzione dell'arma letale di non so quale eroe manga.

Quando sei nato, 12 anni fa, neanche la migliore distopia avrebbe potuto rappresentarmi questo futuro immaginario, fatto di annessi pandemici e materializzazioni di scelte che sembravano sempre perfettamente sensate, e poi invece.

"Cosa vorresti come regalo, Lolli?"

"La spada di Zenitsu Agatsuma "

"Ma che dici, ma chi è? E per farci cosa?"

"Demon Slayer! Dai, per giocare"

"Per cavare un occhio a tuo fratello, vorrai dire"

"Il pugnale di Naruto? E' più corto!"

"Non se ne parla"

"Allora posso farmi i capelli rosso carminio?"

Mi mancava solo il figlio aspirante cosplayer.

Quando sei nato, 12 anni fa, sapevo solo la tua pelle trasparente e quei colori irlandesi, il desiderio e l'entropia. Mi piace sapere, oggi, che questi tratti sono rimasti, che l'identità permane anche nello svolgersi delle storie più imprevedibili. Mi piace sapere che, proprio da dentro la mutazione, lì dove sei, sei sempre tu. Non più bruco, non ancora farfalla, ma creatura fantastica appartenente a futuri immaginari. Tanti auguri di buon compleanno, Orlando, a tutti gli Orlando che sarai.


Ps: In regalo, questa mattina, Orlando ha ricevuto la prima dose di vaccino Covid. Ché per immaginare il futuro occorre esserci, e avere fiducia.

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