giovedì 10 marzo 2011

Quattro piccole invettive

Uno.
Quelli che sulle scale mobili non stanno sulla destra, e quando glielo fai notare ti dicono "ma che fretta c'è". No dico, se tu non hai un cazzo da fare nella vita non è un problema mio che invece ho poco tempo e troppi impegni.

Due.
Quelli che hanno deciso di vivere nell'obesità e impongono al loro cane lo stesso stile di vita.
Un chihuahua che sembra aver ingoiato un Supertele non si può proprio vedere. Un minimo di senso dell'estetica, perdio.

Tre.
Quelli che sei assorto nei tuoi pensieri cullato dal dondolio del treno, ed esordiscono con "Ma ciaaaaaaao!" superando i 300 decibel (eruzione del Krakatoa nel 1883, per la cronaca).
Segue interrogatorio molesto su dovelavori-seisposato-haifigli-losentiancora Pincopallo.
Ma se non ti rispondo per 15 minuti di fila non ti viene il dubbio che non ho voglia di comunicare con te?

Quattro.
Le sciure impellicciate e impomatate che in panetteria rivelano un piglio da Ultrà serbi per accaparrarsi l'ultimo pezzo di panfocaccia. Spero che l'olio unto del panfocaccia coli senza pietà sul castoro morto che vi portate addosso dal '72. E smettetela di rovesciarvi addosso mezza boccia di profumo ogni mattina, vecchie aspiranti baldracche.

A loro, che si sono presentati simultaneamente nella stessa mattinata in un orario compreso tra le 9.40 e le 10.15, oggi va tutto il mio odio metropolitano.

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