mercoledì 2 marzo 2011

Cinese a colazione

Già la mattina è un momento difficile.
Ti sei svegliato da poco, hai gli occhi gonfi, la bocca cattiva e le scarpe sbagliate perchè non ti sei accorto che piove.
A lavoro sarà una giornata del cazzo e in metro ti prendi le gomitate di una cicciona coi capelli "nido di chiurlo style". Hai un pizzico di fortuna e c'è un posto libero in fondo al vagone, così lo raggiungi, ti siedi e fai per aprire il libro a cui faticosamente cerchi di appassionarti (sei ancora a pagina 16).
Ma d'improvviso ti sale un conato di vomito.
Seduto alla tua destra c'è un ragazzino cinese che avrà smontato il turno in nottata e non è rientrato a casa. Ha i pantaloni sporchi di salsa di soia che gli danno un'aura da "Jack lo Squartatore".
E soprattutto emana a lungo raggio una puzza mortale di involtino primavera, tanto che tutti i presenti ti sembrano trasformarsi in foglie di verza julienne e ballare nell'olio bisunto che d'improvviso satura il vagone. Tu ti alzi, trascini controcorrente il tuo povero stomaco ritorto mentre un cavolo cappuccio con gli occhiali e il cappotto blu impreca contro di te, e appena si spalancano le porte ti lanci fuori dal vagone.
Che fermata è? Non importa.
Sali in superficie, t'infili in un bar e ordini un cappuccino.
Il barista è cinese.

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