Praticamente più lo guardo e più penso che non sia figlio mio: dai piedini obesoidi al colore dei capelli, dalla bocca all'ingiù al nasino diritto, dagli occhi blu alle mani spropositatamente grandi.
Il Bruco è un clone di suo padre, dalla logorrea fino all'interismo più sfrenati.
Però ieri è successa una cosa che è se possibile più confortante di un test del DNA (di cui peraltro non avrei bisogno avendolo io partorito con MOLTISSIMO dolore): con una mela in mano è venuto verso di me e mi ha detto "mamma, togli picciolo?"
PICCIOLO.
Ha detto picciolo. Ha solo due anni e conosce parole che i quindicenni di oggi manco per sbaglio.
Ma poi neanche gliel'avessi insegnata intenzionalmente.
La forma dei piedi non conta, se puoi avere un picciolo tutto per te.
PS: In questi giorni di crisi economica, di governo e di tutto il resto, avere in casa un bambino di 2 anni che impara a dare il giusto nome alle cose è l'unico motivo di speranza che possiedo.
"Picciolo" è una parola bellissima.
RispondiEliminaLa usava anche Dante a proposito di Ulisse, nella Commedia.
Antonio
PS anche se lì è aggettivo, e non c'entra granché col picciòlo di Orlandino.
RispondiEliminache meraviglia... sveglio e nerazzurro e a "vedere" i genitori si capisce perché.
RispondiEliminaciao e piacere di aver scoperto il tuo blog
viz