lunedì 3 dicembre 2012

Cose che capitano a chi

Dopo 5 giorni di latitanza e clausura dentro il Palazzo di Vetro, l'Interista è tornato da New York.
Cinque giorni che la sottoscritta ha trascorso rosicando e riflettendo sulla questione della (utopistica) parità dei sessi (ma soprattutto rosicando).

Perchè, anche se teoricamente una madre può andarsene via una settimana around the world esattamente come un padre, la verità è che per un padre resta assai più facile farlo, e soprattutto il nocciolo della questione non sono quei cinque giorni o quelle cinque ore in più di lavoro a settimana richieste, pretese o date per scontate: il nocciolo della questione è che le donne "non possono avere tutto", che poi è anche il titolo di un articolo molto discusso nelle ultime settimane, scritto da una tizia che sembrava averlo, quel tutto, e invece no.
Sto parlando di Anne-Marie Slaughter, una professoressa di scienze politiche a Princeton che aveva l'incarico di direttrice della pianificazione delle politiche al dipartimento di stato americano e che niente, a un certo punto si è licenziata perchè era 'impossibile' gestire il lavoro e la maternità, ovvero era impossibile avere tutto.
Se volete approfondire, qui trovate un articolo del Post sulla vicenda e sulle discussioni che ne son seguite, e qui l'articolo originale della Slaughter.

Personalmente, e parlo da privilegiata perchè ho la fortuna di lavorare in un posto che mi consente orari flessibili e di avere colleghi molto tolleranti, credo che in fatto di conciliazione siamo ancora agli albori della civiltà.
Tanto viene detto, poco viene fatto, periodicamente se ne riparla, ma il problema della conciliazione tra lavoro e famiglia è affidato pressochè esclusivamente alle risorse individuali (e non è problema solo nazionale).
Finita da un pezzo l'era delle famiglie allargate e dei bambini nei cortili, si può solo sperare di avere dei nonni disponibili, o tanti soldi per una brava babysitter.
Il fatto è che il problema va anche oltre a questo. Presumibilmente alla Slaughter non mancavano i soldi per la babysitter. Il problema è quell'"imperativo materno" per cui non esiste per le donne una vera scelta.
Comunque la si voglia pensare, i tempi e le modalità del lavoro andrebbero ripensati per tutte, e quindi per l'intera società, nell'idea di accompagnare e favorire la maternità, o anche solo di renderla meno difficile.

E comunque, dopo 5 giorni di rosicamento, l'Interista è tornato a casa di Orlando.

"Papà cosa mi hai portato da NiuYok?"
"Una cosa fichissima, Bruco"

E ha tirato fuori una foto. La foto più ridicola di sempre, un suo ritratto in posizione da battaglia insieme a tre tizi vestiti da Capitan America, Iron Man e Spiderman.
E il Bruco si è talmente innamorato di questa foto che stamattina ha voluto portarla a scuola.
Facendola vedere a tutti, maestre comprese, che se la passavano in corridoio ridacchiando sotto i baffi.
L'Interista sta ancora morendo di vergogna.
Io è da stamattina che ogni tanto ci penso e sogghigno con perfidia.

Del resto, sono cose che capitano a chi va cinque giorni a New York. O no?!





3 commenti:

  1. Effettivamente se frequenti il Toys di New York ti possono capitare!!!!

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  2. Ciao! Che bello scoprire il tuo blog! E abbiamo un sacco di cose in comune, mi sa. Sulla conciliazione la penso come te. E sono d'accordo anche su quell'imperativo materno...va ripensato il mondo del lavoro, in modo profondo. Ciao!

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    1. Ciao Valentina, grazie della visita! E' stato bello anche scoprire il tuo, ne condivido molti contenuti e un certo approccio nostalgico di alcuni post che sento molto vicino ;)
      ps: io vivo a Milano ma anche per me Torino è una città fantastica

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