Visualizzazione post con etichetta domande. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta domande. Mostra tutti i post

martedì 11 febbraio 2014

Nella sua cameretta

Quelli che "si è abbassata".
Quelli che "è ancora alta".
Quelli che "è una bella femminuccia, si vede dalla forma" (no, signora, siamo nel 2014 e da mesi sappiamo che è un maschio perchè si vede dall'esame del DNA - presente il DNA? -, e in ogni caso "femminuccia" sarà lei).

Gli ultimi giorni sono terribili, perchè non passa un giro completo di lancetta senza che qualcuno ti messaggi, ti telefoni, ti uozzappi, insomma trovi il suo mezzo prediletto per chiederti: "allora? ancora niente?".

Lo so, lo so, le persone sono gentili e disinteressate, molte ti fanno domande perchè ti vogliono bene davvero e io sono un'acidona intollerante. Però, ragazzi. Sul serio. "Allora" che? Ma che domanda è? Se non hai ancora ricevuto il fatidico messaggino vuol dire che no, il bambinello non è ancora nato.
Soprattutto vuol dire che la persona a cui stai scrivendo, raggiunta ormai la mole della balena, l'ansia del topo davanti al serpente che lo inghiottirà, l'impazienza del gatto davanti a un gomitolo e la dedizione della vespa vasaio nella costruzione del nido, quella persona forse non ha i nervi saldissimi, e non ha alcuna voglia di rispondere "allora niente, aspettiamo".
Ancor più se quella persona vive l'espressione "gravidanza a termine" come uno dei peggiori spauracchi di sempre.

Comunque il primo premio per l'insostenibile stupidità dell'essere umano l'ha vinta una mamma dell'asilo che l'altro giorno mi ha detto: "Ciao! Ma non hai ancora partorito?".
No, guarda, in realtà ho partorito ma vado in giro con una protesi perchè mi sentivo troppo magra.

Che poi ti chiedessero "come stai". Dopo l' "allora?" e l' "ancora niente?", la domanda più gettonata è "avete deciso il nome?". No, non l'abbiamo deciso, vogliamo guardarlo in faccia e vedere com'è.
"Vabbè ma avrete una lista di nomi". E se invece non ce l'avessimo? Sarebbe molto grave?

Perchè per la gente è così importante sapere se c'è un nuovo essere umano al mondo? Sapere che sesso ha e che nome ha? Qualunque sia il vostro movente (ovviamente non devo specificarlo, vero, che questo post non è riferito agli amici che si suppone normale s'interessino?), la risposta è: allora niente, non ho ancora partorito, il bambino è un maschio e non ha ancora un nome. Sì, cammino chilometri, sì faccio le scale, sì prendo granuli omeopatici e tinture fitoterapiche, no non faccio la ginnastica perineale perchè la prima volta non è servito a niente e non so neanche più se esiste davvero, questo perineo di cui tutte le ostetriche amano parlare.
Sì, lo so, dicono che anche il sesso coadiuvi. Tranquilli che qui non ci manca niente, giusto l'olio di ricino e poi le abbiamo provate tutte.

"Bruco, ancora qualche giorno e poi conoscerai il tuo fratellino, ok?"
"Sì, mamma. Quando arriva io sono qui, nella mia cameretta"

Quanto sei zen, figlio mio.
Lo dico sempre io, che da te ho solo da imparare.

(Capito, bambino maschio senza nome non ancora nato? Quando ti decidi noi siamo qui, nelle nostre camerette. O poco lontano...)


mercoledì 16 maggio 2012

Dimmi almeno... "perchè"

E' una fase di cui tutti sono a conoscenza, forse uno dei più noti clichè legati all'infanzia: quel momento in cui non fanno altro che domande e vogliono sapere il motivo per cui le cose sono in un certo modo, la causa finale, insomma, il "perchè".
In questi ultimi giorni, a casa di Orlando, stiamo avendo conferma che questa fase esiste, e dà la misura come poche altre cose dell'inadeguatezza di noi adulti (o presunti tali), non solo nel dare risposte convincenti, ma anche nel concepire le giuste domande.

Le aree tematiche del "perchè" sono sconfinate.

In primis, c'è tutta la casistica riguardante la scienza.

"Guarda Bruco, stasera si vedono la luna e le stelle, vieni!"
"Mamma pecchè le stelle non cadono?"
"..."
"Mamma cosa gualdi sul telefono?"
"Niente, amore, vedo se ha chiamato il papà"
(ok non è vero, sto cercando su Wikipedia come funziona la cosa della forza centripeta - in alternativa potevo telefonare a Margherita Hack)

Poi ci sono i "perchè" dell'imbarazzo.

"Mamma pecchè Papito non fa la pipì seduto?"
"Perchè è un maschio"
"Anche io sono un macchio?"
"Sì, amore"
"E pecchè devo stale seduto sul watel?"
(questo nello specifico è anche un po' tra i "perchè" della bastardaggine, visto che tu cerchi di insegnargli a togliere il pannolino e loro ti pongono subdolamente ostacoli sul già accidentato percorso)

Infine ci sono i "perchè" dell'assurdo (nel senso che ti fanno domande su cose che per te sono scontate e tu capisci che loro non danno per scontato nulla, e che questo è un atteggiamento molto saggio nei confronti dell'esistenza)

"Mamma mi polti Teddy?" (orsetto della nanna)
"Eccolo, Bruco"
"Mamma pecchè Teddy non cammina?"
"Eh, amore, perchè non può..."
"Ma le gambe ce le ha, pelò"
"Sì, ha le zampe, è vero... ma è un pupazzo, capito?"
"No. Pecchè non cammina?"
"Perchè solo i vivi camminano" (certo avendo già avuto approcci col mondo zombie lui questa cosa non la capirà mai bene)
"Ma Teddy è vivo, mamma"

Vabbè, questa è troppo difficile. Che gli dico, che il suo orsetto del cuore è morto? Anzi che non è mai stato vivo? Che è privo di anima? Ripiego su "Adesso dormi che è tardi"?
Forse ha ragione lui: Teddy è vivo e lotta insieme a noi.

Abbiamo appena iniziato e la strada è ancora lunga e lastricata di domande (sue) e di figure di merda (mie). Ma del resto ditemi voi se sapete spiegare a un bambino perchè i canguri saltano o qual è la dieta dell'orso polare. Santo smartphone.

In ogni caso, tutta la vicenda secondo me dimostra che in fondo, come diceva Keith Haring, "i bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato".