Stamattina, ore 9.15, all'asilo di Orlando.
Appena entrata in classe col Bruco, che come al solito si aggrappa alla mia gamba stile cozza allo scoglio, mentre l'Interista è rimasto fuori e fa la cozza anche lui, ma attaccato al suo nuovo Galaxy Nexus Superfigus Intergalatticus fiammante.
"Signora dobbiamo evacuare l'edificio perchè potrebbe esserci una seconda scossa"
Evacuare. 35 duenni scatenati con trenini e bambole in mano, tutti in maniche di maglietta.
"Li portiamo fuori così? In maglietta?" chiedo io (che già sto pensando sticazzi io il mio lo vesto da brava chioccia italica quale sono)
"Sì"
"No" dice la coordinatrice "almeno i giubbotti mettiamoglieli"
No ma tranquilli, non fa freddo fuori, poi si sa che i bambini non si ammalano mai, eh.
Mentre l'educatrice prende una corda con degli anelli e fa attaccare ogni bambino a un anello (e te lo spiego come stanno attaccati...) io inizio a battere sul vetro della finestra cercando di attirare l'attenzione dell'Interista per farlo entrare a dare una mano
"Presto, dobbiamo evacuare!"
Lui mi guarda con l'occhio vacuo, blatera qualcosa su Thiago Motta, e si avvia all'entrata con una flemma che forse per il prossimo terremoto ce le fa.
Intanto i bambini in corridoio vengono vestiti secondo la rigorosa legge dell' ad minchiam, in un caos che secondo me nella Caina si sta più tranquilli.
Poi, in cortile, li fan sedere tutti in fila, e loro stanno lì, ignari di tutto, perchè a due anni il concetto del cataclisma è lontano anni luce.
Poi il Bruco mi infila la mano in tasca e prende il ciuccio.
"Mamma, posso ciucciarlo?"
Ok, forse un po' il cataclisma lo percepiscono anche loro.
L'interista è già il mio preferito!! Sarà perchè mi ricorda concetti di vita che conosco...
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