martedì 25 settembre 2012

La lezione di musica

Quando hai davanti a te un lungo inverno da passare e il padre di tuo figlio prima delle 20.30 è raro che si presenti a casa (e a volte neanche si presenta), quando hai giurato che la tv non starà accesa più di mezzora di cartoni animati al giorno ma non te la senti di fare la gara di macchinine per le due ore consecutive antecedenti alla cena, cosa fai? Trovi un'attività.
Sì insomma un corso, un impegno pomeridiano, una via di fuga dalle quattro mura della home sweet home che t'imprigiona con l'infante assetato di giochi anche dopo 8 ore di asilo.
E guardacaso ci è finito tra le mani un volantino con la pubblicità di un corso di musica per bimbi 0-6 anni, proprio vicino a casa: il Bruco ama la musica, mi son detta "facciamo la lezione di prova".

Mi son detta bene, è stata una di quelle esperienze che non si dimenticano.
Immaginatevi circa una quindicina di genitori, di cui molti presenti in formazione completa madre più padre con cravatta appena uscito dall'ufficio, seduti in cerchio senza scarpe, qualcuno in preda a palese paranoia da calzino bucato.
Immaginatevi un'insegnante che la Julie Andrews di Tutti insieme appassionatamente gli fa una pippa, un misto tra la suorina bionda di Sister Act e una corista da oratorio alla prese con la versione rock di "Grazie Signore Grazie".
No ma brava. Davvero, musicalmente bravissima.
Insomma costei non parla, canta. Perchè la musica e il ritmo devono permeare l'intera ora di lezione e "i vostri figli devono essere circondati solo dalla musica".
Ha cantato per quasi un'ora improbabili canzoncine mutuate da non so quale metodo inglese, pretendendo che i genitori la seguissero nella voce e nelle movenze.
Se qualcuno avesse spiato dalla finestra avrebbe visto 15 cretini scalzi e incravattati che battevano le mani e si muovevano in tondo a passo di canguro.
Io credo di aver fatto una brutta figura, mi veniva troppo da ridere, e non sono nota nè per le mie doti canore nè per quelle di ballerina.

Poi, sul finire della lezione, dopo 40 minuti di campanellini, bastoncini e tamburi, dopo un intermezzo di Air Guitar, l'invasata cantatrice impugna un violino, spegne le luci e con voce suadente, sempre cantando, dice "è il momento della nanna".
L'atmosfera è soft, le luci basse, i bambini sdraiati con la testa sulle ginocchia dei genitori.
Lei intona una melodia vagamente folk e s'accompagna col violino.
Tutti sembrano dormire, avvolti dal magico incantesimo della musica.
Ed è lì che, a sfregio del mondo, il Bruco scatta in piedi e urla a voce spiegata "Chicchirichì!!!".

Gli altri genitori ridono, la cantatrice un po' meno, una nonnetta ingessata mi guarda con aria di rimprovero.
Morale.
La musica è precisione, mio figlio è un anarchico, ma soprattutto: che la figura di merda sia con noi.


2 commenti:

  1. Un grande! Tuo figlio è veramente un grande. Ho dovuto soffocare le risate perché sono in ufficio. Posso immaginare il tuo disagio sul posto, ma ti ringrazio per la dose di allegria che mi ha regalato la lettura del post!

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  2. Eccezionale!!! Che vitA sarebbe senza follia....il bruco e' follia pura!!!!

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