martedì 11 settembre 2012

Pavè. A breakfast post

Diciamolo chiaramente: i locali baby friendly in Italia non è che siano poi molti.
Milano non fa eccezione.
Ma soprattutto è difficile trovare luoghi capaci di accogliere tutti trasversalmente, che siano bambini o studenti universitari, che abbiano l'outfit giusto (scusate, da poco ho imparato questa nuova parola molto in voga tra le fashion victims milanesi e volevo usarla a tutti i costi un po' a presa di culo) oppure calzino Birkenstock e indossino pantaloni col cavallo basso.
Diciamo che di solito il confine è piuttosto marcato: ci sono i locali in cui i bambini sono ammessi e a volte auspicati, e quelli in cui se per caso ne porti uno ti guardano schifato e iniziano a grattarsi perchè in molti hanno l'allergia, ai bambini, e sono segretamente iscritti al movimento Childfree (che per la cronaca esiste davvero, non è una mia invenzione).

E poi succede che qualche volta trovi un posto che entri, lo guardi, pensi che è troppo bello e ben frequentato e che "adesso prendo una brioche al volo e me ne esco prima che il Bruco mi faccia vergognare", e invece poi vai in bagno e ci trovi il fasciatoio. E il seggiolone.
E non ci puoi credere. E ti dici che quindi esiste un mondo in cui possiamo convivere tutti insieme nella bellezza e nella bontà, un mondo dove io madre 34enne esente da qualsivoglia crisi da outfit (scusate, c'ho preso gusto) non mi devo autoghettizzare davanti al 25enne hipster che legge NME icons sul suo MacBook. Che anzi possiamo condividere lo stesso tavolo, e che due sedie più in là c'è un pensionato che legge la Gazzetta dello Sport.


Esiste, da qualche mese, a Milano, e si chiama Pavè.

Non l'abbiamo trovato per caso passeggiando, ci siamo andati diretti perchè uno dei tre ragazzi che l'hanno creato, in tempi ormai lontani è stato uno degli stagisti dell'Interista, per l'esattezza "il più in gamba degli stagisti" dice lui (e lo dimostra il fatto che prima è emigrato in Australia e poi ha scelto un altro lavoro).

Da Pavè, mercoledì scorso, ore 10.25.

Il Bruco entra e si svacca su una delle poltrone vicine alla vetrina.

"Mamma è molto comoda questa poltrona. Posso togliermi le scarpe?"
"Ehm. Facciamo che per adesso le tieni"

Non ho neanche finito di rispondere che lui  è già andato al bancone, da solo.

"Signora vojo un succo, peppiacere"
"Come lo vuoi?" gli chiede la fanciulla al bancone.
"Di pesca. Lo vojo nel bicchiere grande"

E così abbiamo fatto colazione, con in sottofondo The Mojomatics - "You are the reason for my troubles" che era il disco Pavè della settimana (ogni settimana ce n'è uno, in rotazione dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 11), e due piattini con una brioche liscia e una 160, che dovevano essere per me e l'Interista e invece se le è spazzolate il Bruco, perchè se c'è una cosa di cui non vi posso spiegare la meraviglia sono le brioches di questa bakery.

Andateci e mangiatene tutti.
Guardate al di là del vetro nel laboratorio artigianale a vista da cui le sfornano, dopo averle impastate con burro e lievito madre. Guardate i dolci monoporzione al bancone. Assaggiate il pane fatto da loro. Guardatevi intorno e sorridete.
Poi aprite una dispensa e prendete un libro. Ci sono anche libri per bambini, nel caso non vi andasse di leggere la Repubblica. Come fareste a casa vostra.
C'è anche il wifi gratis. La mattina in cui ci siamo andati noi la password era "buongiorno".


3 commenti:

  1. pavè è meraviglioso.
    e anche i bambini sono meravigliosi.
    quando sono educati.
    quando nn uralano per delle ore per un capriccio davanti a genitori disinteressati/esausti
    quando nn ti tirano i sassi perchè mamma nn è capace/non ha voglia di spiegargli che non si fa
    quando nn sbattono a qualunque ora del giorno e della notte giocattoli, sedie e piedi sul pavimento che tanto nessuno gli spega che sotto di loro ci sono altre persone
    i bambini sono meravigliosi. quando sono figli di persone meravigliose.

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    1. Mio caro anonimo, hai ragione. Ma questo non vale solo per i bambini, vale per tutte le categorie umane, se proprio dobbiamo classificare l'umanità per gruppi. Anche gli automobilisti sono meravigliosi, quando rispettano le regole della strada e tutti coloro che la popolano. Anche i vecchietti sono meravigliosi quando non fanno degli anni vissuti un'arma di presunzione e disprezzo. Anche i camerieri sono meravigliosi quando ti accolgono con un sorriso e non ti trattano male solo perchè è lunedì. Tanto per dire. In giro è pieno di genitori maleducati, è vero. E' anche vero che non sempre i bambini fanno quello che i genitori gli insegnano. Ecco, quelle volte lì, magari, un pizzico di indulgenza può servire.

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  2. Propongo un'altra riflessione Forse se adulti e bambini si trovano in uno spazio, a dire il vero al giorno d'oggi abbastanza insolito, dove le persone si comportano educatamente potranno essere spinti ad emularli? Si sentiranno fuori posto se le creature urlano e disturbano?

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