venerdì 19 ottobre 2012

Attenti al koala bianco

Voi lettori del blog che non avete (ancora) figli, appuntatevi questo post perchè un giorno vi sarà utile.

Il fatto è che quando non si hanno figli si dicono un sacco di cose. Ma con convinzione, eh.

Scena tipo: tu, giovane (o anche no) uomo o donna childfree, sei in coda al supermercato con la busta di gnocchi alla sorrentina surgelati pronti in 2 minuti e davanti a te c'è un bambino posseduto che urla e scalcia perchè vuole comprare l'ovetto k.
Guardi l'indemoniato, guardi la madre esaurita che gli sclera dietro e ti dici inorridito/a "io quando avrò un figlio mica gli permetterò di comportarsi così".
Ed è qui che io vorrei virtualmente darvi una pacca sulla spalla e dirvi: "Ma certo che gli asini volano. Ma certo".

Ecco dunque per il vostro sollazzo quattro cose che avevo giurato di fare nell'era pre-Bruco e che non ho fatto (e viceversa).

1- Ascolterò sempre mio figlio
Non come quelle madri distratte che si trascinano dietro il loro bambino mentre questo fa domande e loro non rispondono, oppure lui parla e loro dicono "sì, sì" e sentono a malapena il suono delle sue parole.

A casa di Orlando, ieri mattina, ore 9.07. 

Sulla soglia, in ritardo tremebondo.
"Mamma, ho visto un koala"
"Bruco mettiti la sciarpa e non dire stupidaggini"
"Mamma ti giuro, ho visto un koala bianco"
"Interista, nostro figlio si fa di acido, lo senti cosa dice??? Oddio mi aiuti a trovare le scarpe???"
"..."
"Mamma, il koala come fa a non cadere dall'albero?"
"Bruco mi sto preoccupando. Sei pronto?"
"Sì. Prima sposto il koala"
E niente, sulla soglia c'era una di quelle ecoborse del supermercato con su disegnato un koala bianco appeso a un albero.

2- Quando andremo al ristorante mio figlio starà seduto a mangiare con noi.
Non come quei bambini che corrono tra i tavoli disturbando gli altri clienti e facendo un baccano infernale. Mi ricordo ancora di un'osteria meravigliosa, Il Mecenate, a Lucca. Il Bruco aveva 19 mesi. Abbiamo provato a distrarlo in ogni modo. A tenerlo in braccio, a fargli le facce, a dargli i pupazzetti. Niente. Ha passato la serata a rubare le olive dai tavoli degli altri e a tentare il suicidio dallo scalone che porta al piano di sotto. Noi abbiamo trangugiato più veloce possibile il risotto al piccione e pietanze sublimi e non siamo più andati al ristorante per i dodici mesi successivi.
Adesso che ha tre anni, il Bruco continua a vagare tra i tavoli. Noi, semplicemente, lo portiamo solo in posti dove sappiamo che ciò non costituisce un problema, per il proprietario e per gli avventori.
Se c'è una cosa che un figlio t'insegna è che al carattere non si comanda e che a volte è giusto scendere a compromessi.
 
3- Se dovrò andare alla presentazione di un libro mio figlio verrà con me.
Ma certo. E ho tentato, perchè poi certe convinzioni son dure a morire. Quando aveva 18 mesi ho portato il Bruco alla presentazione di un libro fichissimo (alla cui realizzazione peraltro la sottoscritta ha anche collaborato e che se vi interessa trovate qui). Già tendenzialmente un bambino di 18 mesi non starà fermo e tranquillo a sentire dei tizi parlare di film "dispersi". Poi ad aggravare la cosa è stato che la presentazione era da Bloodbuster, un inferno di scaffali pieni di dvd e gadgets. Il piccolo Bruco si è trasformato subitaneamente in una piovra quando ha visto una riproduzione di Godzilla e gli zombie in miniatura. E niente, quando ti crollano addosso gli zombie, capisci che il momento di andartene e di smetterla di portare tuo figlio alle presentazioni dei libri.

4- Non userò mai la televisione come babysitter
Nonostante che l'Interista in televisione ci lavori, noi alla tv preferiamo il cinema, gli stadi e le serie guardate sul pc. Non voglio demonizzare la tv, ma sono fondamentalmente d'accordo con Popper quindi ho sempre cercato di tenerne il Bruco più lontano possibile. E ci sono abbastanza riuscita perchè - eccezion fatta per Peppa Pig - al Bruco non è che freghi molto dei cartoni e credo sia l'unico treenne che non è mai andato oltre l'ottavo minuto di Cars.
Però. C'è un però.
Quando torni a casa alle sette dopo numerose acrobazie di varia natura e devi cucinare e il telefono squilla e la gatta miagola per la fame infrangendo la barriera del suono, tu invochi Lei.
Sì, Lei, la tv.

A casa di Orlando, ieri sera, ore 19.16.

"Bruco, non è che vorresti guardare un po' di cartoni mentre la mamma prepara la cena?"
"No mamma, adesso non mi servono i cartoni. Ho le mie moto".
"Hai le tue moto, certo. Scommetto che vuoi anche fare una gara"
"Sì"
"Magari in cucina"
"Infatti, mamma"
"E devo partecipare anche io, magari"
"Certo"
Coi figli devi sempre sapere che ogni insegnamento è un boomerang. Nel bene e nel male.

Come parziale conforto posso dire che ci sono molti altri propositi a cui ho tenuto fede.
Non mi sono tagliata i capelli "perchè sono più comodi".
Non ho mai fatto il brodo col dado.
Non ho mai sculacciato il Bruco.

Buon weekend a tutti... e attenti al koala bianco!!!

5 commenti:

  1. Più che childfree vorrei essere chilifree... Comunque massimo rispetto per il fatto che prepari il brodo senza dado!

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    1. Anche io. Anche io vorrei tanto essere chilifree, soprattutto da quando è arrivato lui ;)

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  2. E devo dire che svolgi il tuo "lavoro" molto molto bene.... ho un nipotino fantastico...

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  3. La numero 2) mi ha incuriosito perchè quando sono stato in Texas ho scoperto che i locali americani hanno un sistema interessante per tenere calmi i bambini: appena ci si siede, portano matite, colori e fogli da colorare e su cui giocare. I bambini restavano calmi e tranquilli senza isterie. Dovrebbero farlo anche in Italia.

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    1. Per onestà devo dirti che mi è capitato di andare in un posto così, in Italia. Purtroppo, fogli e matite non esercitano alcuna attrazione sul Bruco. Lui è... come dire, un bambino d'azione??!
      Però di base hai ragione, dovrebbero cmq riservare ai bimbi un'accoglienza adeguata perchè sono in tanti ad apprezzare.

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