lunedì 12 novembre 2012

Eco-schiscetta (proletaria)

Qualcuno la chiama "eco snack bag".
A casa di Orlando si chiama eco-schiscetta.
Farà ridere ma, l'abbiamo detto tante volte, è dalle piccole cose che si può fare ecologia e impattare meno sull'ambiente.
E considerato che almeno un paio di volte al mese Milano Ristorazione ci abbandona e sulla soglia dell'asilo compare a caratteri cubitali la scritta "domani la refezione non è garantita", di necessità virtù.

"Bruco, per mercoledì bisogna portare la schiscetta. Che panini vuoi?"
"Non li vojo, i panini, vojo la pasta"

E già perchè lui, il Bruco, è un tradizionalista in fatto di cibo. Mangia tutto, ma se può scegliere lui vuole la pasta. Solo che all'asilo quel tipo di schiscetta lì mica te la fanno portare: per comodità vogliono i panini e le merendine. Niente roba da frigo, come lo yogurt, e solo frutta che il bambino possa mangiare senza l'intervento dell'adulto (praticamente solo la banana).
E così molti genitori comprano cibo confezionato perchè è più comodo, pratico e veloce.
Solo che tutto questo pragmatismo non è mica tanto "green": non mi soffermo sugli aspetti nutrizionali di tramezzini confezionati e merendine perchè quello è un altro argomento e non voglio aprire oggi il vaso di pandora, ma pensate solo agli imballi e agli incarti.
Quasi sempre di plastica, trasparente o di quella internamente argentata, che poi a sua volta stava dentro una confezione più grande di carta che stava dentro un'altra di plastica che stava insieme a mille altre confezioni in scatoloni che stavano... vabbè insomma ci siamo capiti.

Ergo, impegniamoci una minima e creiamo una bella eco-schiscetta da infilare nello zainetto dei baby-affamati: i panini li assembliamo noi col pane che abbiamo comprato sfuso dal panettiere (non con i panbauletti che stavano nella plastica e che peraltro contengono tutto tranne la farina e l'acqua di cui è fatto il pane), con formaggio, prosciutto, pomodori o qualunque altra cosa possibilmente che rispetti il concetto del non imballato di cui dicevamo sopra, e poi li avvolgiamo in un bel tovagliolo colorato facendo un nodo così non si scompongono e non si sbriciolano.
Idem per la merenda: una fetta di torta fatta in casa o dei biscotti autoprodotti possono sostituire la merendina confezionata, magari chiusi dentro una scatola di latta che si può riutilizzare all'infinito e li mantiene freschi per la giornata.
Per la frutta, in alternativa alla banana, si possono portare degli spicchi di mela o pera già tagliati, o di mandarino già sbucciati, dentro un vecchio vasetto di yogurt in vetro.
Tanto per dire.

"Allora, pomodoro e ricotta va bene?"
"No, vojo la pasta"
"Bruco, mica te la posso infilare dentro il panino..."
"Allora frittata"
"Questo è già più concepibile. Il panino con la frittata è un grande classico della schiscetta proletaria, quasi più della michetta con la mortadella. Bravo Bruco, hai avuto una bella idea per la schiscetta"
"Non vojo la schiscetta, mi si infila nei denti"

Ancora non ha introiettato il concetto di schiscetta, ma ci si può lavorare.
Grazie a Milano Ristorazione diventerà un concetto familiare.


Nessun commento:

Posta un commento