martedì 20 dicembre 2011

Un nome è un nome è un nome

Il Bruco frequenta un ottimo asilo nido comunale, con tutti i requisiti che una madre vorrebbe: muri scrostati, materiali di gioco più vecchi che nuovi, continue lotterie di NatalePasquaHalloweenCarnevale e tutte le feste (comandate e non) per autofinanziarsi.
Un asilo nido in cui però le educatrici sono persone fantastiche che provano a supplire in ogni modo alle carenze di uno stato in cui l'educazione non riveste importanza alcuna, e in cui i bambini imparano nel modo più naturale il concetto di "multietnico".
Già perchè solo il 10% dei bimbi è italiano con genitori italiani, mentre gli altri vengono da ogni dove, da paesi che io quando andavo all'asilo manco me li sognavo.

Ore 9.19, asilo di Orlando
Dai, amore, infilati queste ciabattine che tra un minuto mi buttano fuori!
Mamma, guarda, arrivata Zizi!
Amore quante volte ti ho detto che devi pronunciare bene le parole? Nessuno può chiamarsi Zizi.
...
"Dai, Zizi, infilati queste ciabattine che l'asilo sta per chiudere" dice una voce alle mie spalle.
Ok, qualcuno può chiamarsi Zizi.

Per curiosità leggo gli altri nomi sugli armadietti: Shakira, Aaron Smith, Khalid, Abdul, Luca, Darleen, Kristel, Chiara, Maria Lu.
E un pensiero mi assale: ho passato vent'anni tra asilo, elementari, medie e liceo ad esser presa per il culo per come mi chiamo accumulando complessi di ogni sorta.
Fossi nata adesso, non se ne sarebbe accorto nessuno.

Fortuna che il mondo qualche volta cambia. In meglio.

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