mercoledì 4 aprile 2012

Non toccate quella palla - I racconti del parco vol.1

Dopo il post sulla biodiversità, inauguriamo oggi la serie "i racconti del parco".
Ovvero come sopravvivere alle insidie del luogo pubblico più amato dai bambini (e un po' meno dalle mamme).
Il parco è quel posto in cui meglio che altrove puoi verificare la capacità di relazionarsi con gli altri di tuo figlio, e capire se sopravviverà nella giungla spietata del mondo infantile o soccomberà come una specie destinata a estinguersi (Darwin docet).
A onor del vero devo dire che il Bruco non è esattamente quello che si dice "un bambino che si sa difendere": ha il suo carattere, però è un tipetto dolce, che non attacca mai per primo e che spesso neanche reagisce.
Un profilo molto zen che non si capisce da dove gli sia derivato, visto che i suoi genitori sono propensi alla lite e incazzosi come pochi.

Al parco.

Il Bruco è arrampicato con fierezza e orgoglio sull'ultimo piolo del castello di legno.
"Mamma, gualda come sono alto!"
"Sì, amore, sei molto Jury Chechi, adesso però scendi che mi vengono le vertigini solo a guardarti"
"Mamma, gualda! Cambio la mano!"
(mentre io perdo 10 anni di vita, felice che il Bruco si diverta, cala dall'alto un bambino di un paio d'anni più grande)
"Ti sposti?" chiede il simpaticone.
"Va bene" risponde il Bruco, dimesso, e inizia a scendere.

Va beneeeeeeeeee???!?? Col ca**o che va bene!!! penso io riottosa, ripetendomi che è ok, se lui preferisce la non violenza e vuole porgere l'altra guancia va bene, è giusto, è meglio, ha ragione lui.
(intanto sto guardando male il bambinetto che l'ha fatto scendere, ma voi non fateci caso)

Esiliati dal castello, giochiamo a palla. Un Supertele nerazzurro, manco a dirlo.
E quello sì, il Bruco non lo cede a nessuno (a meno che non glielo chiedano "perfavore").
Dopo qualche tiro si avvicina un nanerottolo di poco più di un anno.
Vuole la nostra palla.
Inizia a piangere.
Il padre lo trascina via e gli dice "ce l'abbiamo anche noi la palla", e gli mostra un pallone con Winnie The Pooh.
Parte la crisi isterica: urla e strepiti, il padre non sa come placarlo, lui non vuole la palla di Winnie The Pooh, vuole il Supertele nerazzurro.
Per sdrammatizzare io sorrido al padre e gli dico "beh, se vuole proprio questo forse è un segno"
Il tizio alza gli occhi, mi guarda malissimo.

Dietro c'è la moglie, ha in mano la felpa del bambino.
E' milanista.
Ops.

1 commento:

  1. Magari voleva bucarlo. Ops.
    Io avrei bucato quello di Winnie. Probabilmente anche Orlando l'avrebbe fatto se glielo avessero chiesto per favore.

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