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venerdì 13 aprile 2012

Sogni d'oro, Tacchina

Come ho già raccontato qualche mese fa, il Bruco non è proprio uno di quei bambini che bramano andare a nanna. Anzi di solito la parola "nanna" scatena in lui le stesse reazioni che ha un posseduto appena sente le prime due righe del Padre Nostro. Ovvero inizia a contorcersi e cammina in verticale sui muri per sfuggire alla mia (sempre più fallibile) presa.
Fosse per lui starebbe sempre sveglio, e so che ce n'è parecchi di bimbi così, in giro.
Da aspirante madre zen mi sono sempre rifiutata di "lasciarlo piangere" nel suo lettino e sinceramente non me ne pento. Il ragazzino ora dorme, solo che... come dire, bisogna convincerlo.

A casa di Orlando, ore 21.45.

"Copeltaaaaaaaaaaaaaaa!"
"Questo non dorme più stasera" dico scorata all'Interista che alza un sopracciglio di compassione senza rispondere.
"Capito? Bisogna andare a rimettergli la coperta per la ventesima volta!"
Niente, il lobo frontale non risponde... ah ma certo, ha le pupille verdi che riflettono un campo da calcio non identificato, figurati.

Vado di là. Il Bruco ha testa al posto dei piedi e ha impiccato la sua pecora da notte Pepita alla sbarra ovest del lettino.

"Ma sei matto? Cos'è questo casino? Guarda che è notte, adesso bisogna fare la nanna!"
"Pecchè?"
"Come perchè? Perchè di notte si dorme, così va il mondo"
"Ma pecchè?"
"Perchè è ora di dormire!"
"Che ola è?"
"Come che ora è? Non importa che ora è, è buio, la giornata è finita e si dorme!"
"E tu cosa fai?"
"Adesso vado a nanna anch'io" (tragicamente vicino alla verità)
"Buonanotte Bruco"

(dopo 5 minuti)
"Tacchinaaaaaaaaaaaa! Tacchinaaaaa!"
"Cosa sta dicendo?" chiedo all'Interista in pausa pubblicità
"Tacchina"
"Come tacchina? A chi? A me?"
"Io al massimo posso fare il tacchino"
"Sì, ti ci vedo"

Vado di là.

"Cosa c'è ancora amore? Vuoi dirmi qualcosa?"
"Sì. Sogni d'olo, tacchina"

Dopo Gina e Mimma, adesso mi chiama Tacchina.
Finchè non scavalca e si accorge che in sala c'è della Night Life (scarsa ma c'è), posso accettare anche gli insulti. Ma quel giorno sta arrivando. Lo so che sta arrivando.

giovedì 13 ottobre 2011

Giovani manifestanti (insonni) crescono

Se dal post precedente avete pensato che il problema a casa di Orlando fosse solo l'addormentamento del Bruco, vi siete sbagliati. Abbiamo anche ricominciato a non dormire, perchè lui la notte non ha sonno. Dopo 3 ore la batteria gli si è già ricaricata, e a niente vale accoglierlo nel lettone parentale: stanotte si è rigirato come la centrifuga della lavatrice per quasi 3 ore, tra le 3 e le 6, assestando calci nel costato del "papi" Interista e testate nella schiena della sottoscritta.
Che alle 5.24 ha dato i numeri urlando "adessobasta dormisubito otiabbandonopersemprenellettino", per la serie, Estivill mi fa una pippa.
E siamo alla quinta notte insonne consecutiva, regrediti al periodo neonatale, anche detto "periodo Romero" perchè tu sei uno zombie assetato di sonno e sadicamente vuoi che tutti, tutti intorno a te, siano altrettanti zombie, a costo di stanarli nei loro rassicuranti "mio figlio è bravissimo e dorme sempre", e morderli, e scarnificarli.
Ok, il concetto è chiaro.
In ogni caso, poichè confidiamo che sia solo una ricaduta, stamattina ci siamo svegliati (dopo un'ora di sonno, ahahahaha - risata isterica) e abbiamo fatto colazione tutti insieme in allegria con le Tortorelle del Mulino Bianco (che stanno alla madeleine proustiana come gli Harmony alla Recherche).
E stasera, usciti dall'asilo, io e il Bruco prenderemo parte a una piccola cosa molto importante: una fiaccolata nella nostra zona contro la mafia e per il rispetto della legalità.
Giusto perchè sabato scorso il centro sportivo di proprietà del Comune sotto casa nostra è stato incendiato dagli ex gestori mafiosi, e ora i bambini della zona avranno una struttura pubblica in meno per le attività sportive. E questo non è per niente bello, non è per niente giusto.
Non si è mai troppo piccoli per avere una coscienza, mai troppo 'nani' per costruire una società migliore.
Eh, sì, ci credo davvero, anche se ho un sonno porco che mi ottunde le facoltà cognitive.