venerdì 21 ottobre 2011

Così vicini... così lontani

Questo post starebbe bene in un flatblog (si chiamerà così?), perchè parla dei nostri vicini di casa.
E, per inciso, ne parla male. Malissimo.
Non che quelli di prima fossero bella gente: a parte qualcuno di simpatico, anche nella vecchia casa avevamo un campionario di umanità varia ed eventuale (dal pseudo artista con l'attico che per 3 anni ogni volta mi chiedeva se mi ero appena trasferita, all'ex conducente d'autobus in pensione con la mania per il box, fino alla superfamiglia albanese che festeggiava le ricorrenze più impensate fino a tarda notte).
Ma quelli di adesso... sono mostri. Nel senso che i vicini di porta fanno una pippa agli Addams, innanzitutto. Il figlio ci ha rapito la gatta Minuzza e poi l'ha esiliata in cortile a notte fonda. La figlia guarda sempre in basso e si veste come una dark lady appena uscita da una dark room. La madre è una tranquilla insegnante d'inglese che ad ogni apertura di porta è vestita di raso e pizzi che manco la Kidman in Moulin Rouge. Il padre canta l'opera e non riesce a parcheggiare l'auto.
Ma loro sono solo la punta dell'iceberg.. ehm, del condominio. Poi c'è il fratello di lei, che è il vecchio Scrooge in persona, solo più stronzo. E la madre, lei, l'origine di tutti i mali: la Vecchia Bastarda.
Colei che possiede il 60% dell'intero condominio, indice riunioni-farsa (visto che avendo la maggioranza dei millesimi decide tutto lei), impedisce al resto degli abitanti di vedere la tv perchè a lei funziona (Rete4 le basta) e non esiste che l'antennista debba passare attraverso il suo gigantesco terrazzo. Che poi non è suo ma del condominio. Quindi suo.
Oggi a lavoro ho stampato una ventina di fogli con scritto "fuck the granny".
Conto di distribuirli lunedì mattina nelle caselle postali dei signori condomini.

lunedì 17 ottobre 2011

Non ci sono più i telefoni di una volta

Oggi è lunedì, e questo è un momento madeleine.
Quando ero piccola, mia madre per cena comprava sempre i "telefoni".
Li faceva una panetteria del quartiere, che manco a dirlo non c'è più e che costituiva meta di visite da parte di numerosi classi delle scuole elementari, in un tempo lontano in cui si credeva che fosse utile e giusto che i bambini vedessero come nasceva ciò che mangiavano.
Era un tipo di pane, l'avrete capito, fatto (più o meno!) a forma di cornetta del telefono: e la parte che mi piaceva di più era quella che collegava i due estremi, insomma l'impugnatura ecco.
Era morbida, bianca e rassicurante.
Quando mia madre mi disse che la panetteria avrebbe chiuso e che nelle altre i "telefoni" non li vendevano: quella è stata una delle mie linee d'ombra.
Uno di quei momenti in cui sai che finisce qualcosa che non torna più. E infatti i "telefoni" non li ho più rivisti.
Quasi quasi provo a riprodurli in casa per il Bruco.
Peccato che lui, oltre a non conoscere il pane a forma di telefono, non conosca neanche i telefoni a cornetta. E che uno smartphone assomigli tranquillamente a un francesino qualsiasi.

giovedì 13 ottobre 2011

Giovani manifestanti (insonni) crescono

Se dal post precedente avete pensato che il problema a casa di Orlando fosse solo l'addormentamento del Bruco, vi siete sbagliati. Abbiamo anche ricominciato a non dormire, perchè lui la notte non ha sonno. Dopo 3 ore la batteria gli si è già ricaricata, e a niente vale accoglierlo nel lettone parentale: stanotte si è rigirato come la centrifuga della lavatrice per quasi 3 ore, tra le 3 e le 6, assestando calci nel costato del "papi" Interista e testate nella schiena della sottoscritta.
Che alle 5.24 ha dato i numeri urlando "adessobasta dormisubito otiabbandonopersemprenellettino", per la serie, Estivill mi fa una pippa.
E siamo alla quinta notte insonne consecutiva, regrediti al periodo neonatale, anche detto "periodo Romero" perchè tu sei uno zombie assetato di sonno e sadicamente vuoi che tutti, tutti intorno a te, siano altrettanti zombie, a costo di stanarli nei loro rassicuranti "mio figlio è bravissimo e dorme sempre", e morderli, e scarnificarli.
Ok, il concetto è chiaro.
In ogni caso, poichè confidiamo che sia solo una ricaduta, stamattina ci siamo svegliati (dopo un'ora di sonno, ahahahaha - risata isterica) e abbiamo fatto colazione tutti insieme in allegria con le Tortorelle del Mulino Bianco (che stanno alla madeleine proustiana come gli Harmony alla Recherche).
E stasera, usciti dall'asilo, io e il Bruco prenderemo parte a una piccola cosa molto importante: una fiaccolata nella nostra zona contro la mafia e per il rispetto della legalità.
Giusto perchè sabato scorso il centro sportivo di proprietà del Comune sotto casa nostra è stato incendiato dagli ex gestori mafiosi, e ora i bambini della zona avranno una struttura pubblica in meno per le attività sportive. E questo non è per niente bello, non è per niente giusto.
Non si è mai troppo piccoli per avere una coscienza, mai troppo 'nani' per costruire una società migliore.
Eh, sì, ci credo davvero, anche se ho un sonno porco che mi ottunde le facoltà cognitive.

martedì 11 ottobre 2011

Buonanotte... giorno

In principio fu la tetta. Ma durò poco. Passammo al biberon, al dondolamento ritmico e alla ninna nanna: contemporaneamente. Non poteva mancare nessuno di quei fattori, che il teorema cadeva come i fichi maturi al suolo di fine settembre. Poi, arrivati alla soglia dei dieci chili, fu il passeggino. In casa, avanti e indietro. Tempo medio d'addormentamento: 50 minuti.
Dopo i 18 mesi, dopo aver resistito a mettere in atto pratiche filonaziste come il celeberrimo Fate la nanna di Estivill o logoranti per la personalità del genitore come il pull up/put down di Tracy Hogg, finalmente siamo riusciti nell'ardua impresa di far addormentare il Bruco nel lettino (quasi) da solo.
Ma il rito che precede questo meraviglioso momento è ormai talmente lungo che è più 'buonanotte giorno' che 'buonanotte notte'.
1. lavarsi i denti (leggi: succhiare lo spazzolino)
2. bere-sputare (leggi: bagnarsi tutto il pigiama mentre io cristono)
3. preparare la "millozza" (una sbobbona tedesca di finocchio senza zucchero che si beve senza battere ciglio)
4. leggere il libro
5. leggere il libro
6 leggere il libro
...
Siamo arrivati a quota 5 libri.
Per la serie: non ho un cazzo di voglia di dormire, mamma, e poichè ho visto che sei contenta quando mostro interesse per la cultura, ti faccio leggere all'infinito.
Ecco i nostri must: Lupo Baldo, Urlo di mamma, Dentro di me fuori di me, Giorno e notte.
And many others.
Poi, sfinita, lo prendo di peso e lo getto nel lettino "buonanotte amore bla bla bla"
E vado di là. Passa un quarto d'ora, mi rilasso sul divano, penso "anche stasera è andata".
- Mammmmaaaaaaaa! Mammmmmaaaaa!


Ed è ancora nel lettino con le sbarre. Per quando potrà scendere da solo, sto approntando una playlist per l'afterhour. E io che pensavo di stare diventando vecchia.



lunedì 26 settembre 2011

Quel gran pezzo dell'Angiolino

Mi spiace molto, perchè è solo lunedì, ma questa è una storia triste.
Succede che quest'anno uno dei compagni di asilo del Bruco si chiama Angiolino.
Succede che Angiolino, ricciolo, biondo e con un visino da putto michelangiolesco, passa le sue giornate a menare sonoramente gli altri bambini. L'ho sbirciato dal vetro più volte nei giorni scorsi, e ho capito che per lui è naturale come per me bere il caffè la mattina: cioè, viene lì, ti guarda dritto negli occhi, e sbam!, parte lo schiaffo. Non importa se sei maschio o femmina, se stai giocando per fatti tuoi o se gli parli, se sei alto o basso, simpatico o antipatico. Angiolino è come Terminator: ha la sua mission, e non guarda in faccia a nessuno.
Stamattina l'ho visto mentre mi trascinavo lenta verso l'asilo col Bruco ingombro di tutti i suoi oggetti transizionali (oggi avevamo il bambolotto cinese, la "gugulula" d'acqua e la moto "grooonde").
Angiolino stava appeso alla mano di sua madre che letteralmente lo strascicava per terra a tutta velocità incurante del fatto che potesse farsi male, finchè a un certo punto gli ha tirato uno scappellotto in testa accompagnato da un "emmuoviti!".
Tirare conclusioni non è nel mio stile. Però, Angiolino, sappi che quando lo schiaffo di rito lo tirerai al mio Bruco, io avrò capito. E comunque, oggi, resto triste per te.

venerdì 23 settembre 2011

Post-pausa estiva: il peso specifico

La serialità è un concetto difficile per me. Tendo a stancarmi di tutto, dai biscotti della colazione (dopo una settimana di macine devo darmi ai chocopops, tanto per intenderci) ai pantaloni preferiti che se non li compravo morivo (li metto per 3 mesi di fila e poi un giorno li guardo senza capire cosa mai ci avessi trovato).
Figuriamoci un blog. E' che mi scrivo tanti bei post mentali e poi non ce la faccio a trasferirli sulla carta. Sulla carta virtuale, ecco. In quella che chiamano blogosfera.
Comunque eccomi qui, dopo la lunga estate semi-calda, all'alba di un nuovo anno scolastico, all'alba di un nuovo Ollycompleanno. E sono due.
Due lunghissimi anni con il peso specifico di una bufala in una dieta detox.
E, no, non ho ancora digerito del tutto, però sono pronta a farci dell'ironia e ciò è bene. No? Sì.
Domani si (ri)comincia, a casa di Orlando ovviamente.

lunedì 13 giugno 2011

Non è un paese per gente normale

Insomma dicevamo di fare spazio al nuovo. E mi sa che ne abbiamo fatto più del previsto.
Nelle ultime due settimane, nell'ordine:

- abbiamo cambiato Casa (e quella nuova ci sembra talmente grande che ci siamo persi la Minuzza, che ha chiesto asilo politico all'albero nel cortile sotto casa, 'tacci sua)
- la Sinistra vinto le comunali (che Milano non era in festa così dai mondiali 2006, ma ovviamente è tutta questione di punti di vista)
- i Referendum hanno raggiunto il Quorum (e mi sento quasi male al pensiero di vivere in un paese che forse ma forse e ancora forse ce la fa ad alzare il culo ed esprimere un'opinione - e anche questo è discutibile ok ma not today)

intanto, in redazione.
Collega G (riferita al Capo): secondo te sta guardando i porno?
Io: Diciamo che se lo fa lo stimo per l'autocontrollo

Il nuovo che avanza, il vecchio che occupa la stanza.

Non è un paese per gente normale O_o